La Polizia denuncia l’aggressore per stalking ed il GIP del Tribunale di L’Aquila, su proposta del P. M. titolare dell’indagine, emette la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa”.
Una donna aquilana, dopo aver perso il marito nel 2009, è stato contattata da un uomo conosciuto molti anni prima. Lui le offre amicizia, aiuto e comprensione ma ben presto, però, la donna si rende conto che ciò che in realtà egli cerca è una relazione sentimentale. Infatti dopo i suoi continui rifiuti egli diventa oppressivo: inizia a chiamarla ripetutamente al telefono, ad inviarle messaggi, a seguirla nei suoi spostamenti nonché ad attenderla fuori dal luogo di lavoro. Contatta i figli della donna, apre dei falsi profili facebook nonché delle caselle di posta elettronica a nome di lei, ignara di tutto, solo al fine di controllare le persone che la stessa frequenta.
La donna, esasperata, nel febbraio del 2014 si rivolge alla Polizia. Negli Uffici della Squadra Mobile inizia un via vai di persone ascoltate in qualità di persone informate sui fatti e tutte confermano quanto dichiarato in denuncia dalla donna. In più lo stesso personale della Squadra Mobile riscontra in più occasioni la presenza dell’uomo in alcuni posti nel momento stesso in cui era presente la denunciante.
L’uomo, R. D.N., un cinquantaduenne residente in uno paesino vicino L’Aquila, con precedenti di polizia in materia di “reati contro la persona” e “reati contro il patrimonio”, è stato denunciato per “stalking” ed il GIP del Tribunale di L’Aquila, su proposta del P. M. titolare dell’indagine, emette a suo carico ”l’Ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa”.