L’attività antidroga dei carabinieri ha portato complessivamente all’arresto di quattro persone più altre due raggiunte dalla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’inchiesta è partita dall’analisi dei soggetti di etnia maghrebina controllati all’Aquila nel corso del 2013 che ha consentito di individuare El Allam El Habib 38enne marocchino uno dei principali fornitori di stupefacente.
Le sue erano trasferte pressoché quotidiane verso il capoluogo. Qui, secondo gli inquirenti, grazie alla complicità degli altri destinatari della misura cautelare e alla fitta rete di conoscenze di questi ultimi, riusciva a piazzare lo stupefacente con grande facilità. In particolare, secondo gli investigatori, il dipendente Antonio Calvisi di 63 anni dello storico bar-chalet, “trasformato in una vera e propria centrale di spaccio, forniva al marocchino la necessaria copertura logistica per la sua attività illecita, garantendo che le cessioni di stupefacente avvenissero al riparo da occhi indiscreti”.
In una circostanza, pur di portare a compimento la sua consegna quotidiana di un grosso quantitativo di droga, il maghrebino non aveva esitato ad investire, proprio dinanzi allo chalet della Villa, un Carabiniere del Comando provinciale che stava per sottoporlo a controllo. Fuggito con la sua auto verso l’Altopiano delle Rocche per raggiungere Avezzano, l’uomo era stato protagonista di una caccia all’uomo finita una settimana dopo con il suo arresto alla frontiera di Ventimiglia mentre tentava di lasciare il Paese.
Silvio Barone non era latitante, ma si trovava all’estero per motivi di lavoro. L’uomo, implicato nell’indagine antidroga che riguarda lo chalet della Villa Comunale a L’Aquila, appena ricevuta notizia della misura cautelare emessa nei suoi confronti ha prenotato il primo volo ed è rientrato in Italia, dopo averne dato comunicazione agli investigatori tramite i suoi legali. Gli sli stessi legali, Davide e Vincenzo Calderoni, precisano quindi che Barone non è stato arrestato da latitante, ma si è costituito spontaneamente, e ora è agli arresti domiciliari. L’attività investigativa dei Carabinieri ha portato complessivamente all’arresto di quattro persone, più altre due raggiunte dalla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.