Sei in tutto, mentre i marocchini che avevano detto di avere alle loro dipendenze inizialmente erano cinque. In realtà, stando alle indagini, i denunciati prendevano 5mila euro per ogni pratica presentata da prima dell’entrata in vigore della “legge di sanatoria sull’emersione del lavoro nero” (D.L.vo n. 109/2012). Gli accertamenti, con numerosi incroci tra prefettura e uffici di riferimento per la regolarizzazione degli extracomunitari, erano iniziati già nel settembre del 2012 quando un cittadino marocchino si era rivolto ad una coppia di commercianti di Avezzano al fine di regolarizzare la propria posizione in Italia, attraverso la “legge di sanatoria”, offrendo in compenso del denaro.
La coppia si era resa disponibile inoltrando regolare richiesta alla Prefettura, dichiarando di avere alle dipendenze un cittadino marocchino impiegato nei lavori domestici, chiedendo allo stesso la somma di 5.000 euro, di cui una parte per il pagamento delle spese relative alla presentazione della domanda agli organi competenti ed una parte quale compenso per il favore fatto. La presentazione di tale domanda di emersione impedisce l’adozione del provvedimento di espulsione del marocchino irregolare consentendogli di permanere sul territorio nazionale. Nella coppia la donna si assume la responsabilità di inoltrare le domande alla Prefettura mentre l’uomo tiene i contatti con il cittadino marocchino, al quale, ben presto, si uniscono altri 4 connazionali.
Nel ‘giro’, poi, entrano altre quattro persone accusate degli stessi reati. La donna infatti, aveva coinvolto anche i propri genitori, un amico e la madre di quest’ultimo, facendo presentare a loro nome ulteriori 6 richieste di regolarizzazione per altrettanti cittadini stranieri. Gli accertamenti della polizia hanno alla fine smascherato il sistema truffaldino per far ottenere agli extracomunitari permessi specifici per restare in Italia.