Pescasseroli. Le risultanze degli esami eseguiti dal Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, a Grosseto, hanno attribuito “a una infezione da tubercolosi bovina le cause della morte dell’orsa rinvenuta agonizzante dalle guardie del servizio sorveglianza e soccorso dal servizio veterinario del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in località Sperone di Gioia dei Marsi, il 14 marzo scorso”.
A comunicarlo è l’ufficio di presidenza dello stesso Parco. “Dalle analisi di laboratorio – viene spiegato – è emerso che le lesioni principali riferibili a tubercolosi sono a carico dell’intestino, che risulta essere l’organo maggiormente interessato sia da lesioni macroscopiche che microscopiche. Questo rilievo depone per un’origine alimentare dell’infezione.
Pertanto si ritiene che l’orsa si sia alimentata tempo addietro di organi di bovini. L’allarme, purtroppo inascoltato, dell’ente Parco – prosegue l’ufficio di presidenza in una nota – in particolare riferito alla vulnerabilità dell’esigua popolazione di orsi, per quanto riguarda la necessità di un’azione coordinata e più efficace in materia di prevenzione sanitaria, si è rivelato fondato e l’infezione massiva che ha causato la morte dell’orsa fa venire a mancare alla popolazione una femmina in pieno periodo riproduttivo. Non si può più indugiare nell’attuare un regime più restrittivo per l’allevamento di animali al pascolo, pena la potenziale scomparsa della popolazione di orso bruno più rara al mondo”.
L’ente Parco, infine, fa sapere che martedì 22 aprile, “al fine di mettere in atto le misure più urgenti per fronteggiare questa situazione di emergenza, in accordo con il sindaco di Gioia e con i servizi veterinari della Asl è convocata una riunione a Gioia dei Marsi di tutti gli enti e le istituzioni coinvolte”.