Avezzano. Suona la campanella nel carcere San Nicola di Avezzano: sette detenuti tornano sui banchi di scuola. L’obiettivo è quello di sfruttare l’opportunità formativa sancita da un patto di solidarietà sociale tra Comune di Avezzano, Casa circondariale, Centro territoriale di formazione permanente e Istituto professionale alberghiero di L’Aquila, per conquistare un sospirato “pezzo di carta”, ovvero la qualifica di addetto alla cucina, per avere una chance di reinserimento nella società al termine della pena.
Il viaggio verso l’alta cucina ha mosso i primi passi oggi, nell’aula dedicata alla didattica, dove i detenuti-studenti di eno-gastronomia hanno ricevuto gli strumenti di lavoro (cartelline, quaderni, penne, ecc). Consegna che ha dato il là al percorso di qualificazione previsto dal protocollo d’intesa siglato tra il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, il direttore della casa circondariale, Mario Silla, il dirigente scolastico-coordinatore del centro di formazione permanente per adulti, Claudia Scipioni, e il dirigente scolastico dell’Istituto professionale alberghiero, “L. da Vinci–O. Colecchi” di L’Aquila, Domenico Evangelista. Le lezioni saranno tenute dai docenti del Ctp e dell’alberghiero: 16 ore settimanali con esame di idoneità finale, per l’accesso all’anno successivo, a maggio del 2014.
“Questa è un’opportunità concreta per rimettervi in gioco – hanno sottolineato i promotori – e tornare sulla strada giusta: se siamo qui è perché siamo tutti profondamente convinti che la carcerazione attiva rappresenta un valido strumento di riscatto sociale. Uscire da qui dopo aver imparato un mestiere, infatti, vi dà la possibilità di scegliere altre strade”.
Opportunità apprezzata dai detenuti, pronti a cimentarsi sui libri e ai fornelli per conquistare quel sospirato “pezzo di carta”: uno strumento utile per provare a reinserirsi nel mondo del lavoro al termine della pena. Il percorso di formazione professionale nel campo dell’eno-gastronomia, con primo step la qualifica di addetto alla cucina, prevede 16 ore di lezioni settimanali di teoria e pratica divise tra banchi e fornelli: italiano, diritto, storia, inglese, francese, matematica, scienze degli alimenti, cucina, laboratori, sala, ricevimento. L’anno scolastico si concluderà con un piccolo evento dove i detenuti daranno prova della loro arte culinaria.