Avezzano. Il Gup del Tribunale di Avezzano, ha annullato il capo d’imputazione di corruzione aggravata ed ha rimesso la documentazione alla Procura di Avezzano per una riformulazione.
La vicenda ruota attorno ad Ezio Stati, accusato insieme alla figlia Daniela, ex assessore e attuale consigliere di Fli, al genero Marco Buzzelli, all’imprenditore Vincenzo Angeloni, e al manager Sabatino Stornelli di corruzione in concorso. Secondo l’accusa costoro a vario titolo avrebbero ottenuto “un indebito compenso per l’attivita’ illecita perseguita”. Per questo e’ stato richiesto il rinvio a giudizio. La Stati, sempre secondo la tesi accusatoria, avrebbe agito in qualita’ di assessore regionale all’Ambiente grazie alla partecipazione del padre Ezio e dell’allora convivente, oggi marito, Buzzelli. Gli altri avrebbero agito come referenti delle societa’ “Valle del Giovenco” e “Auxilium Tech” Ageloni, e come amministratore delegato di “Selex SeMa spa” e presidente della “Valle del Giovenco” Stornelli. La vicenda interessa anche i lavori affidati ad Abruzzo Engineering nelle fasi della ricostruzione dopo il 6 aprile 2009. Da tre anni Ezio Stati chiede che il processo, prima avviato all’Aquila e poi trasferito ad Avezzano, si svolga nel piu’ breve tempo possibile. Ma la decisione di oggi pero’, pur segnando una parziale vittoria da parte degli accusati, provoca evidentemente cun rallentamento dell’iter processuale. La Selex Service Management, si e’ costituita parte civile. La difesa e’ composta dagli avvocati Roberto Verdecchia, Alfredo Iacone (Stati e Buzzelli), Antonio Milo e Vincenzo Scordamaglia (Angeloni e Stornelli).Un fiume in piena oggi pomeriggio Ezio Stati che, insieme alla figlia Daniela, hanno commentato nel corso di una conferenza stampa la decisione del giudice del Tribunale di Avezzano di annullare il capo d’accusa di corruzione e rimandare tutto alla procura per una nuova formulazione. Stati, ironizzando, ha offerto una ricompensa a chi riuscisse a trovare l’atto che secondo i magistrati aquilani lo avrebbe incastrato. Un atto che in realta’ non sarebbe mai stato trovato. Ezio Stati cita infatti la firma di una convenzione che secondo l’accusa e’ alla base dell’atto corruttivo. Un contratto che avrebbe favorito la figlia Daniela nelle vesti di assessore regionale e che avrebbe portato l’imprenditore a regalarle come ringraziamento un anello e a donare al padre un tv color. Una convenzione di cui si parla nelle intercettazioni. In realta’, pero’, quest’atto non e’ stato mai trovato materialmente. “La delibera”, ha affermato Stati, “e’ stata data per scontata dagli inquirenti. L’atto non c’e'”, ha ribadito, “ma io chiedo a voi tutti di darmi una mano. Avrei necessita’ di questo atto di mia figlia. Qualcuno lo avra’ visto dato che mi hanno arrestato per quell’atto. Io credo che i magistrati abbiano verificato, che lo abbiano fatto prima la polizia giudiziaria, poi il pm e poi il Gip. Se non c’e’ questo atto”, ha aggiunto, “sarebbe un abuso. E per questo offro una ricompensa di 10mila euro a chi riuscira’ a trovarlo e a consegnarmelo e, visto che e’ Natale, aggiungo un prosciutto e “‘na scenna” di baccala’. Se questo documento non dovesse essere trovato”, ha concluso, “chi si e’ preso la briga di arrestare una persona?”. Daniela Stati, affiancata dai due difensori Roberto Verdecchia e Alfredo Iacone, ha parlato dell’importanza della famiglia nella vicenda. “La cattiveria piu’ grande”, ha spiegato, “e’ interdire una famiglia, perche’ la nostra forza veniva dalla struttura famiglia. La struttura ha retto a questo dramma, mia madre, mio fratello, mio marito i miei figli. Oggi per me e’ stata una grande soddisfazione, ma sono ancora arrabbiata. Non siamo dei numeri, siamo persone che dobbiamo rispondere alla famiglia. Auguro a tutti un buon Natale e tanta serenita’”.