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Stato di agitazione Alto Sangro Ambiente: chiesto incontro urgente al Prefetto

Castel di Sangro. Un incontro urgente per discutere la grave situazione che vivono le maestranze della società “Alto Sangro Ambiente”.

E’ la richiesta inoltrata al Prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, dalla Fit-Cisl, che ha chiesto l’istituzione immediata di un tavolo di confronto tra le parti per sciogliere il nodo sul futuro dell’azienda e dei lavoratori. “Lo scorso 2 novembre” spiega il segretario Fit-Cisl della provincia dell’Aquila, Angelo De Angelis “abbiamo aperto una fase di mobilitazione generale, ma la società che gestisce l’impianto di compostaggio di Castel di Sangro non ha fornito finora risposte adeguate alle nostre richieste”.

Lo stato di agitazione dei quindici dipendenti dell’azienda è stato proclamato dalla Fit-Cisl in seguito al mancato pagamento delle ultime mensilità. “I lavoratori della società Alto Sangro Ambiente, che gestisce i servizi di igiene ambientale nella zona compresa tra Castel di Sangro, Rivisondoli, Barrea e Civitella Alfedena, non percepiscono lo stipendio dallo scorso mese di giugno” fa notare De Angelis “a causa del funzionamento ‘a singhiozzo’ dell’impianto, che non viaggia a pieno regime, le maestranze sono in cassa integrazione a rotazione ormai da tempo e non percepiscono alcun sussidio”.

Una situazione critica, a tal punto da far scattare la mobilitazione generale. “L’azienda non ha fornito risposte alla nota inviata due settimane fa”, aggiunge De Angelis, “in cui venivano chiamati in causa anche il commissario ad acta, la Regione e i sindaci del comuni interessati. E’ in atto un progetto di ristrutturazione dell’impianto di compostaggio di Castel di Sangro, la cui società di gestione è stata commissariata un anno fa, proprio a causa delle difficoltà economiche in cui versava l’azienda. Chiediamo la convocazione immediata di un tavolo di concertazione in Prefettura. L’estremo disinteresse dei vari enti deputati al buon funzionamento dell’impianto sta producendo ricadute negative sui lavoratori e mette a repentaglio la sopravvivenza dell’azienda e i servizi che la stessa eroga sul territorio”.