L’uomo, che in nottata ha confessato il duplice omicidio, avrebbe infatti abusato di due delle sue figlie, tra cui la vittima, sin da quando erano bambine. La conferma arriva dall’avvocato Leonardo Casciere, difensore dei sei figli di Selmanaj.
“La povera Senade (la 21enne uccisa), insieme con sua sorella, si era rivolta a me per denunciare le violenze sessuali che subiva dal padre sin da quando erano piccoline”. Una situazione insostenibile che poi aveva spinto la moglie dell’uomo, Fatime Selmanaj, a lasciare il marito. Il fatto fu denunciato alla Procura della Repubblica di Avezzano e si giunse all’incidente probatorio nel quale sarebbe stata riconosciuta la colpevolezza del kosovaro.
L’uomo era tornato nella Marsica da qualche mese dopo un periodo di lavoro in Germania.
Il duplice femminicidio si è consumato all’esterno del superdiscount Todis, in località Terramozza. Il killer ha atteso che moglie e figlia uscissero dal market dove avevano fatto spesa per poi sparare contro di loro.
Da una prima ricognizione sui corpi effettuata dal medico legale Paolo Agnifili, i colpi di pistola hanno colpito le vittime al torace: tre hanno per la ragazza e uno per la madre.
L’uomo, fuggito a bordo della sua Fiat Uno, è stata rintracciato e bloccato circa mezz’ora dopo dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Avezzano dinanzi ad un bar di Venere di Pescina. La presunta arma del delitto, un revolver di fabbricazione tedesca calibro 12 illegalmente detenuta, è stata poi trovata e sequestrata all’interno della vettura del kosovaro.
Le indagini sono state coordinate direttamente dal comandante provinciale dei carabinieri dell’Aquila, il colonnello Savino Guarino, sotto la direzione dei sostituti procuratori della Repubblica Maurizio Maria Cerrato e Guido Cocco.
Le due donne, con regolare permesso di soggiorno in Italia, lavoravano alla Coltor, un’azienda del Fucino per il lavaggio degli ortaggi.
Per ora le salme si trovano nell’obitorio dell’ospedale di Avezzano in attesa che i magistrati affidino l’incarico peritale. L’uomo, invece, è rinchiuso nel carcere della città.
Il sindaco di Pescina, Maurizio Di Nicola, assieme ad alcuni assessori e consiglieri, ha manifestato il cordoglio dell’amministrazione comunale per questa tragedia.
Secondo il legale, il kosovaro avrebbe comunque sempre respinto le accuse di abusi sessuali.