Il sindacato ha infatti lanciato una campagna di sensibilizzazione nazionale prontamente raccolta dalla sede aquilana, che si oppone al tentativo di “inneggiare alla violenza, onorare i gesti di chi ha violato la legge e voluto imporsi sugli altri con la prepotenza aggredendo incolpevoli Appartenenti alle Forze dell’Ordine è una stortura intollerabile. E se le Istituzioni, in particolare quelle genovesi, fingono di non vedere o peggio danno il proprio assenso a quest’assurdo capovolgimento di ogni principio democratico, i cittadini non ci stanno. La maggior parte di loro crede ancora fermamente nel rispetto delle regole e delle Istituzioni e, pur avendo i propri convincimenti e volendo magari cambiare le cose, rifiuta l’idea che si possa ricorrere alla violenza nascondendosi dietro a qualsiasi copertura, che sia il passamontagna di un no global o la sciarpa di un ultrà o il casco di un delinquente abituale. Sono migliaia, in soli pochi giorni, quelli che ci hanno messo la faccia, chiedendo senza-se-e-senza-ma l’eliminazione dell’indegno tributo ad una persona che ha partecipato volontariamente e pervicacemente alla devastazione di una città ed all’aggressione senza precedenti alle Forze di Polizia”.
Di qui l’idea di coinvolgere direttamente i cittadini, che già in 3.800 circa, da ogni angolo d’Italia, hanno firmato la petizione per la rimozione del monumento.
“I numeri ci danno ragione – continua Santino Li Calzi Segretario del Coisp aquilano -. In una settimana oltre alle già 3840 firme certificate vi sono state 150mila visualizzazioni della petizione, 2194 condivisioni su Facebook, 117 su Twitter ed oltre 171 email inviate. Le firme raccolte sino ad ora sono state inviate stamani al Sindaco di Genova Marco Doria, al Presiente del Consiglio Comunale Giorgio Guarello e ha tutti i gruppi consiliari del capoluogo ligure”.