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L’Aquila: Cialente scagionato per il rischio sismico

L’Aquila. Il sindaco Cialente scagionato dalle accuse relative alla gestione del rischio sismico per il terremoto del 6 aprile 2009.

ll Gip del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha archiviato il procedimento penale nei confronti del sindaco Massimo Cialente sulla gestione della prevenzione del rischio sismico nel periodo a ridosso della scossa del 6 aprile 2009. Non sono ancora note le motivazioni alla base della motivazione, ma il giudice per le indagini preliminari ha sciolto la riserva stamane dopo nove giorni e un’udienza che aveva tenuto il primo cittadino in aula per quasi due ore.

Il pm Fabio Picuti, il magistrato che ha seguito il filone dei crolli degli edifici e l’inchiesta a carico dei sette componenti della commissione Grandi Rischi, aveva chiesto di archiviare il caso dopo avere formulato l’ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio a carico del sindaco aquilano. Le parti offese, tramite l’avvocato Fabio Alessandroni, avevano però fatto opposizione e il gip Gargarella aveva convocato le parti.

Lo scorso anno, l’associazione “309 martiri del terremoto”, tramite il consigliere comunale Vincenzo Vittorini, decise di inoltrare alla magistratura un esposto con il quale si chiedeva di fare luce sulla correttezza della macchina comunale in particolare sulla prevenzione del rischio sismico, anche in relazione all’attuazione del piano di Protezione civile. Di fronte alla richiesta di archiviazione, l’associazione e i cittadini Massimo Cinque, Pier Paolo Visione, oltre allo stesso Vittorini, hanno presentato formalmente attraverso il legale Alessandroni la formale opposizione. Un documento di 16 pagine in cui si parla di “violati obblighi di informazione durante lo sciame sismico” e si chiede di “procedere con la formulazione dell imputazione per cooperazione colposa in omicidio plurimo e lesioni”.

“Sono soddisfatto di questa sentenza, meditata e saggia”, ha commentato l’avvocato Carlo Benedetti, legale di fiducia del di Massimo Cialente, “in un altro processo, in un’altra vita, in un’altra città”, ha proseguito l’avvocato Benedetti, “nei confronti di altre persone, ora mi sarei posto il problema di tutelare più efficacemente la figura e il ruolo dell’indagato Massimo Cialente che esce profondamente ferito da questa vicenda”.