L’esperimento internazionale Opera (140 fisici da 28 Istituti di 11 Paesi) è stato costruito proprio per trovare questo evento rarissimo. La sua osservazione consente di spiegare un’anomalia che da oltre 40 anni interroga gli scienziati: il fatto che dal Sole e dalle altre stelle sembrano arrivare molti meno neutrini di quanti ne siano previsti. Questi “neutrini spariti” sarebbero in realtà quelli che hanno oscillato trasformandosi in un sapore diverso.
Sfruttando l’orientamento verso il Cern di Ginevra delle sale sperimentali sotterranee dei laboratori del Gran Sasso, è stato realizzato al Cern un fascio di neutrini che li spara in direzione del Gran Sasso. Dopo aver percorso circa 730 chilometri attraverso la roccia terrestre senza intoppi, grazie alla loro bassissima probabilità d’interazione con la materia, i neutrini arrivavano al gigantesco rivelatore Opera (oltre 4000 tonnellate, circa 2000 m3 di volume e 9 milioni di pellicole fotografiche) dove vengono osservate alcune di queste particelle, le pochissime che si riescono a catturare.
I neutrini si manifestano in natura sotto forma di tre tipi, chiamati “sapori”: elettronico, muonico e tau. Opera cerca i neutrini tau sapendo che in partenza dal Cern i neutrini sono tutti muonici. Trovare neutrini di un altro “sapore” comporta la prova dell’esistenza dell’oscillazione durante i 730 chilometri di viaggio.