Le indagini sono condotte dai carabinieri. Secondo il sodalizio la donna avrebbe “messo in atto in modo fraudolento una separazione legale non veritiera avendo la stessa sempre convissuto col marito e i propri figli”. Obiettivo della separazione quello di avere l’assegnazione di altro alloggio da una cooperativa che realizza immobili di edilizia residenziale pubblica in nome e per conto del Comune de L’Aquila, con tutte le agevolazioni previste per la realizzazioni delle abitazioni, oltre ad eventuali contributi e finanziamenti regionali. Ma accade che l’appartamento assegnato alla donna, che intanto continua a vivere con la famiglia in un’altra casa, viene affittato, prima del sisma, ad un altro poliziotto. Utenze e quant’altro, tuttavia, rimangono intestate alla donna. Con il terremoto, poi, quell’abitazione viene classificata ‘E’ e mentre al poliziotto locatario dell’immobile della cooperativa viene assegnato un alloggio del progetto Case, l’Associazione denuncia che la donna “abbia percepito il contributo di autonoma sistemazione, pur avendo dimorato nella casa coniugale, immobile classificato ‘A'”, quindi senza danni particolarmente gravi. L’Associazione per i Diritti del Cittadino ha pertanto chiesto alla Procura di “accertare si vi possano essere i presupposti per violazione di legge”.