Lo ha ribadito il pm Fabio Puciti, nell’ambito dell’udienza preliminare relativa al crollo, il 6 aprile del 2009, della Casa dello Studente dove sono morti 8 studenti universitari. Secondo il pm, “bastava che i tre imputati avessero preso visione del progetto dell’edificio e si sarebbero accorti che era un castello di carte”; il consulente Maria Gabriella Mulas ha anche evidenziato come i ragazzi deceduti nell’immane tragedia si trovassero in quelle stanze sulle quali insistevano le pareti tagliafuoco, sistemate dai tre imputati. “Si parla dunque di reato commissivo”. Infine parlando dell’ultimo imputato, Pietro Sebastiani, il pm ha posto l’accento sul particolare che “i lavori sui quali era stato chiamato come collaudatore, non erano di restauro o risanamento ma di ristrutturazione che dunque imponeva la verifica statica dell’immobile avvenuta solo dal punto di vista amministrativo e non sul campo”. Gli imputati sono Bernardino Pace, Tancredi Rossicone e Pietro Centofanti, incaricati alla fine degli anni ’90 della ristrutturazione dello stabile. Per loro il pm Fabio Picuti ha chiesto una condanna a 4 anni per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Secondo l’accusa i lavori avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che gia’ presentava vizi costruttivi all’epoca della sua edificazione negli anni ’60. Circostanza confermata dal perito del tribunale, Maria Giovanna Mulas, docente del Politecnico di Milano, che ha redatto una relazione di 1.300 pagine, duramente contestata dal legale di Pace, Tancredi e Rossicone, l’avvocato Mercurio Galasso. Al vaglio del giudice Giuseppe Grieco anche la posizione di un altro imputato: Pietro Sebastiani, tecnico dell’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu), per il quale la richiesta e’ di 2 anni e 6 mesi. Per altri quattro il pm ha chiesto l’assoluzione e per due indagati con rito ordinario il non luogo a procedere. Subito dopo le repliche delle parti civili e delle difese, il Gup del Tribunale dell Aquila, Giuseppe Grieco si e’ ritirato in camera di consiglio. La sentenza e’ attesa non prima delle 18.