Sono questi i dati più significativi scaturiti da controlli e test, effettuati il 10 e 11 novembre scorsi, a L’Aquila dal personale del reparto di Diabetologia del San Salvatore, diretto dalla dr.ssa Rossella Iannarelli, in occasione della giornata mondiale della Prevenzione all’insegna della prevenzione. Iniziativa, quella di L’Aquila, attuata in collaborazione con l’Associazione di pazienti “ADAq” e con i volontari del Comitato locale della Croce Rossa.
Nel capoluogo regionale, per l’occasione, sono stati allestiti 2 punti – informazione, prevenzione e screening: uno a Piazza Duomo e l’altro in uno dei più popolosi insediamenti post-sismici, Paganica 2. In Abruzzo analoghe iniziative si sono svolte in 24 piazze. Il personale della Asl e i volontari hanno distribuito questionari, misurato i valori della glicemia e dato spiegazioni alla popolazione. Tra le 350 le persone affluite ai due punti ‘antidiabete’, c’erano, tra gli altri, soggetti tra i 20 e i 30 anni, tra 50 e i 65 e, infine, over 70 (fascia 75-85 anni)
Nel 35% del campione è stato rilevato, a seguito delle informazioni sulla condotta di vita delle persone – acquisite tramite le risposte date alle domande contenute nei questionari distribuiti da Diabetologia – un rischio di ammalarsi di diabete mellito tipo 2 (la forma più diffusa) entro i prossimi 10 anni. I soggetti a rischio, ‘sondati’ attraverso le domande predisposte dagli operatori sanitari Asl, sono stati invitati a recarsi al reparto di Diabetologia del San Salvatore per maggiori accertamenti, in modo da fare prevenzione e correggere gli stili di vita errati. 30 minuti al giorno a piedi, meno chili e regole a tavola. “E’ necessario” spiega la Iannarelli “un’informazione convincente sulle necessità di camminare almeno 30 minuti al giorno, a passo sostenuto, perdere peso o mantenere il peso ‘normale’, specie se si è a rischio”.
In 4 soggetti, sottoposti invece alle analisi della glicemia nei due presidi Asl, è stato riscontrato che la malattia à già in corso senza che queste persone lo sappiano. “Infatti, nella sua fase iniziale” aggiunge la Iannarelli “il diabete non dà sintomi e quindi passa ‘inosservato’. Di qui l’importanza di controllare periodicamente la glicemia, in particolare dopo i 45 anni. Nelle persone, trovate con i valori di glicemia alti, vanno messe subito in atto misure correttive”.