L’Aquila, chiusa Intecs e apertura Zte: monta la polemica

“Un nuovo Centro di ricerca nelle telecomunicazioni, quello di ZTE, nasce nel tecnopolo dell’Aquila e uno viene chiuso nell’indifferenza, quello Intecs sempre nel tecnopolo, con il licenziamento di tutti i ricercatori”.

 

E’ la denuncia di un lavoratore della Intecs, centro di ricerca che dava lavoro a circa 80 ricercatori ora avviati al licenziamento e alla copertura con gli ammortizzatori sociali. Il lavoratore si chiede “quale è la strategia dei nostri governanti?”. In riferimento alla Zte, nei giorni scorsi è stato sottoscritto oggi all’Aquila l’accordo tra l’Università degli Studi dell’Aquila e la Zte Italia, finalizzato all’istituzione di un Joint Innovation Center.

 

 

Zte Italia è una società di Zte Corporation, che ha base a Shenzhen (Cina) e rappresenta un leader a livello globale nel settore degli apparati per telecomunicazioni e delle soluzioni di rete (500 operatori di telecomunicazioni in 140 Paesi). Zte Italia giocherà un ruolo centrale nello sviluppo delle reti 5G per gli operatori di telecomunicazioni italiani e ha deciso di collocare in Italia un centro di ricerca e innovazione a supporto dello sviluppo suddetto, nel breve periodo e focalizzato sulle evoluzioni tecnologiche successive nel medio-lungo periodo.

 

La scelta della città dell’Aquila come sede del centro “è maturata grazie alle iniziative messe in campo dalla Città e dalla sua Università tese a realizzare un laboratorio urbano orientato all’innovazione che ha portato L’Aquila ad essere individuata dal Ministero per lo Sviluppo Economico come una delle città nelle quali si svolgerà la sperimentazione pre-commerciale del 5G in Italia, nel periodo 2018-2020”, si legge in una nota.

 

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