L’Aquila, call center: sindacati replicano alle accuse di Cretarola

L’Aquila. “Arriviamo alla nota vicenda del call center Lavorabile. Il signor Venanzio Cretarola, già sindacalista nella CISL, già Presidente del Consorzio Lavorabile, già Presidente dell’associazione lavoriamo per L’Aquila, già candidato al consiglio comunale del comune dell’Aquila, oggi sindacalista della CISAL, continua a confondere le idee ai lavoratori, nella totale assenza di assunzione di responsabilità per quanto sta accadendo all’interno del consorzio lavorabile”.

Così hanno replicato, alle accuse del presidente dell’associazione Lavori@mo per L’Aquila, Marilena Scimia (Scl-Cgil), Francesco Marrelli (FP-Cgil), Piero Francazio (Uilcom) e Antonio De Simone (Fistel-Cisl), ricordando che “lo stesso Cretarola fu artefice dell’applicazione del contratto nazionale delle cooperative sociali, con tutte le conseguenze in termini economici e normativi. Le organizzazioni sindacali già dal mese di gennaio 2011 chiedevano la trasformazione del contratto delle cooperative sociali nel contratto nazionale delle telecomunicazioni, con risposta di diniego dall’allora presidente del Consorzio, ossia Venanzio Cretarola. In questi mesi lo stesso ha distratto l’attenzione dei lavoratori affrontando vicende che nulla hanno in comune con il cambio di appalto della commessa Inps-Inail-Equitalia, rinviando continuamente ad altre questioni, prima l’appalto RAI e poi gli accordi sottoscritti dalle OOSS del settore trasporti. Il signor Cretarola nulla dice sulle norme di riferimento del settore call-center – telecomunicazioni, continuando però a fare riferimento all’articolo 1, comma 10 della legge 11/2016. La predetta norma recita testualmente che: ‘In caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente e per la medesima attività di call center, il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale’. Si traggano le dovute conclusioni”.

Le organizzazioni sindacali precisano che in tutte le sedi hanno continuato a ribadire la necessità di garantire la continuità del rapporto di lavoro e l’applicazione dell’elemento della territorialità.

“Bisogna altresì rammentare – aggiungono – che le sigle sindacali congiuntamente alle rappresentanze datoriali settore telecomunicazioni, hanno sottoscritto nel mese di maggio 2016 un verbale di accordo per la gestione delle attività di call center. Tale accordo, disciplina, in caso di successione di imprese nel cambio di appalto le modalità e le condizioni di passaggio dei lavoratori dalla società cedente alla società subentrante. Lo stesso accordo disciplina i due elementi tanto cari anche al signor Cretarola: come l’effettiva garanzia dell’applicazione della continuità del rapporto di lavoro e dell’ambito “territoriale in cui opera il personale”.
Lo stesso Cretarola continua però ad affermare che bisognava intervenire sul Ministero del Lavoro, sul Presidente dell’INPS, sulle varie commissioni parlamentari e, financo, ricorrendo anche alla Corte di Strasburgo, nonché al Tribunale dell’AIA, eppure è tanto semplice ammettere che le clausole di salvaguardia della continuità del rapporto di lavoro e dell’ambito territoriale sono già scritte in accordi e norme di legge che riguardano specificatamente il settore delle telecomunicazioni”.

“Non vorremmo che il signor Cretarola, ‘nella logica che la miglior difesa e l’attacco’ si appresti a sperimentare la ‘supercazzola’, in tal caso gli consigliamo di indirizzala verso la Corea del Nord, riceverà sicuramente pronta risposta”.

 

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