L’Aquila. Sarà l’Aciam, l’azienda consorziale d’igiene ambientale presieduta da Lorenza Panei, ad attuare la rimozione e il trattamento delle macerie presenti a Capitignano, Campotosto e Montereale, causate dagli eventi sismici che hanno colpito i tre centri tra agosto 2016 e gennaio 2017.
L’accordo, siglato nei giorni scorsi alla presenza dell’amministratore delegato di Aciam, Alberto Torelli, è frutto di un lungo lavoro condiviso con il sindaco di Campotosto, Luigi Cannavicci, Massimiliano Giorgi, sindaco del Comune di Montereale, Maurizio Pelosi, sindaco del Comune di Capitignano e rappresenta, per le popolazioni in attesa della ricostruzione, l’apertura di un reale spiraglio sul futuro.
L’approvazione del progetto presentato dall’Azienda abruzzese, definito sulla scorta del Decreto regionale numero 7 del 20/6/2016, è stata preceduta dall’individuazione, attraverso il lavoro sinergico di Regione, Sindaci dei centri interessati e Protezione civile, di un sito che sarà adibito a deposito temporaneo, localizzato in un’area periferica di Capitignano. Quello che riconsegnerà alle comunità i luoghi ripristinati sarà un lavoro imponente, che procederà per fasi e che prevede un’ampia attività amministrativa e di rendicontazione. L’Aciam procederà alla programmazione degli interventi previa acquisizione delle ordinanze degli Enti e di concerto con gli stessi, in stretta relazione con il Centro Operativo Regionale della Protezione civile.
Una prima differenziazione sarà operata in loco, con l’individuazione dei materiali e la separazione dei rifiuti ingombranti, Raee e legnosi, che potranno essere indirizzati direttamente agli impianti di recupero. Le pietre e gli elementi di interesse architettonico, individuati congiuntamente con gli addetti del Mibact, sarannno oggetto di selezione e opportuna classificazione, e stoccati in appositi centri comunali opportunamente adibiti: le pietre angolari, le chiavi e gli altri elementi architettonici peculiari sono traccia e testimonianza della cultura del luogo e andranno poi riutilizzati in fase di ricostruzione. Tutte le pietre d’interesse architettonico e archeologico saranno censite e microchippate. Alla rimozione e al trasporto delle macerie nel deposito temporaneo seguirà un’ulteriore selezione per categorie omogenee e la parte residuale delle macerie verrà triturata e, trasformata in materia ‘prima’ e ‘seconda’, sarà avviata a riutilizzo come da disposizioni di legge – ad esempio per il ripristino di cave e sottofondi stradali – e la destinazione dei materiali diversi, recupero o smaltimento, sarà definita secondo la normativa.
Il sistema prevede il tracciamento integrale della filiera del trattamento delle macerie, dalla demolizione/recupero alla destinazione finale. Le diverse fasi dell’avanzamento dei lavori saranno seguite e documentate anche attraverso un programma affine a Google Map, consultabile dai Comuni interessati nonché dagli organi di controllo deputati alle verifiche. Specifica attività sarà dedicata al recupero e allo smaltimento dell’eternit presente nelle macerie e nei manufatti da abbattere. L’Aciam sta già effettuando, in cooperazione con il Mibact, L’Asl e l’Arta, specifici corsi di formazione per gli addetti che permetteranno loro di operare in sicurezza e, nella fase di selezione, di individuare le pietre di interesse architettonico, operazione che si svolgerà sempre con il coordinamento di specialisti della Soprintendenza e di archeologi abilitati e incaricati dall’Azienda. Nella fase di selezione verranno inoltre recuperati e catalogati i beni personali affettivi e preziosi, che verranno rimossi e censiti attraverso una procedura ad hoc, per essere poi riconsegnati dalle autorità preposte agli aventi diritto. “Sono certo che, attraverso l’aiuto e il coordinamento con gli uffici tecnici delle tre municipalità interessate, le operazioni di rimozione e trattamento delle macerie saranno effettuate nel minor tempo possibile”, ha rimarcato l’amministratore delegato di Aciam, Alberto Torelli, “Malgrado l’avvicinarsi della stagione invernale, nell’interesse delle comunità così duramente colpite dagli eventi sismici”.