L’Aquila, protesta dei lavoratori dello spettacolo davanti a Palazzo dell’Emiciclo

palazzo_emicicloL’Aquila. “I tagli indiscriminati alla Cultura da parte della Regione Abruzzo stanno uccidendo la nostra città e l’intero territorio”.

Così l’assessore comunale alla Cultura dell’Aquila Stefania Pezzopane ha commentato la protesta che questa mattina i lavoratori dello spettacolo hanno inscenato davanti a Palazzo dell’Emiciclo .
“Con il taglio del 70 per cento dei finanziamenti agli enti e alle istituzioni culturali – ha proseguito l’assessore – si mettono a rischio la sopravvivenza di questa realtà e degli stessi lavoratori dello spettacolo che verranno posti in mobilità o in cassa integrazione. È la fine di tutto. Della vita e della vitalità di una regione che ha fatto della cultura un baluardo, una risorsa e un volano di crescita e di sviluppo, vincendo una sfida che ha portato la nostra regione tra le eccellenze nazionali in questo campo. La regione dei teatri, della musica, del cinema, dello spettacolo in tutte le sue forme, viene impoverita e mortificata da una politica miope e dal respiro corto. La mannaia che ucciderà la cultura si abbatterà, peraltro, con conseguenze ancora più nefaste sul territorio aquilano che, a fatica, cerca di sopravvivere alle ferite che il sisma ha inferto non solo al suo patrimonio artistico e monumentale ma anche alla sua economia e al comparto occupazionale. Mentre da una parte – sono ancora le parole dell’assessore Pezzopane – il Comune e il Ministero dei Beni culturali si profondono nello sforzo, importante nell’impegno sia di lavoro che di risorse, dei “Cantieri dell’immaginario”, coinvolgendo quelle stesse istituzioni che ora vedono a rischio la loro sopravvivenza, il tutto allo scopo di rivitalizzare il centro storico e restituire linfa e slancio al settore, dall’altra si assiste alla frustrante evidenza di vedere vanificato ogni lavoro e svuotata di senso ogni idea. La cultura è vita, per questa città e per questa regione, – ha concluso l’assessore – e ucciderla significa uccidere un intero territorio. Non lo permetteremo”.

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