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Incendio Monte Morrone, fermato un uomo: gli investigatori non credono ai suoi alibi

Sulmona. I Carabinieri forestali e gli uomini della Guardia di Finanza nel corso di un controllo a seguito degli incendi, hanno bloccato un uomo nei pressi di un maneggio, ai piedi del monte Morrone, devastato dai roghi.

Nel cofano dell’auto trovato un vero e proprio kit con candele di grande dimensione, diluente, vernice e colla bostik. L’uomo, un 70enne di Pratola Peligna, M.B., ex operaio della Caleppio in pensione, è stato sottoposto a sommarie informazioni, con il conseguente sequestro del materiale sospetto che portava nel bagagliaio della sua Polo rossa.

Davanti agli investigatori il 70enne si è difeso sostenendo che si trovava da quelle parti perché stava andando a prendere un caffè nella frazione di Bagnaturo, tra Sulmona e Pratola Peligna, e che il materiale era lì già da qualche tempo e che lo doveva buttare, negando qualsiasi connessione con gli incendi di questi giorni.

Gli investigatori non hanno creduto al racconto accompagnandolo a casa scortato, in attesa di eventuali provvedimenti da parte del procuratore capo Giuseppe Bellelli che sta indagando sul rogo del Morrone.

LA PERQUISIZIONE A CASA HA DATO ESITO NEGATIVO

Ha dato esito negativo la perquisizione della casa del 70enne bloccato nell’ambito dei controlli in seguito agli incendi che stanno devastando il Monte Morrone.

Lo si apprende dagli uffici della Procura di Sulmona. L’uomo è stato bloccato nei pressi di un maneggio, ai piedi del monte Morrone. Girava in auto all’interno della quale, nel bagagliaio, dopo il controllo, sono state trovate acquaragia, candele e vernice.

È stato poi sottoposto a sommarie informazioni, con il conseguente sequestro del materiale e scortato a casa. Dall’inizio l’uomo ha negato qualsiasi connessione con gli incendi di questi giorni.

Dalla perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri forestali e dalla Guardia di Finanza nell’abitazione del 73enne (e non 70enne come detto in precedenza) di Pratola Peligna, non sono dunque emersi ulteriori elementi a suo carico tali da giustificare ulteriori provvedimenti, si apprende.

Situazione che ha spinto gli investigatori a sequestrare tutto il materiale sospetto trovato e a rilasciare l’uomo.

Gli investigatori hanno comunque tenuto a stigmatizzare la sua imprudenza nel trasportare in auto materiale adatto ad accendere fuochi, in un momento così delicato e viaggiando proprio nella zona potenzialmente più esposta al rischio d’incendi.