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Latitante da due anni: giovane marocchino arrestato a L’Aquila

L’Aquila. Era svanito nel nulla ormai da due anni, da quando cioè era riuscito a sottrarsi alla Squadra Mobile di Terni. Dal marzo del 2010, nei suoi confronti pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del Tribunale di Terni che lo accusava, in concorso con altri dieci indagati – in prevalenza dell’area nord africana – di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale gestiva lo spaccio di eroina e cocaina a Terni e provincia.

Nella tarda serata di ieri i poliziotti della Squadra Mobile della Questura de L’Aquila lo hanno rintracciato mentre entrava in una palazzina di Arischia, vicina all’abitazione della moglie, una donna di origini marocchine da tempo residente in Italia con regolare permesso di soggiorno.

Una volta riconosciuto l’uomo, Said Abuiba, nato in Marocco nel 1979, dopo essere stato bloccato, è stato condotto in Questura dove gli uomini della Sezione Seconda gli hanno notificato l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere del Tribunale di Terni Ufficio Giudice per le Indagini preliminari.

All’individuazione del latitante, i poliziotti della Squadra Mobile sono giunti al termine di prolungati servizi di osservazione organizzati ad Arischia proprio nei pressi dell’abitazione della sua compagna, poi diventata sua moglie, e sul conto della quale già da tempo erano in corso accertamenti.

I sospetti degli investigatori della Squadra Mobile, infatti, erano nati dalla formale Istanza di congiungimento familiare presentata in Questura dalla donna in favore del marito Said Traigui, 33 anni. La nuova relazione aveva destato perplessità tali da spingere i poliziotti ad effettuare ulteriori accertamenti. Dietro quel nominativo si nascondeva l’identità del ricercato. A quel punto i servizi di osservazione pianificati nei pressi dell’abitazione della moglie hanno consentito di accertare l’esatto domicilio del ricercato che, per precauzione, aveva trovato ospitalità in casa di un connazionale (ignaro) poco distante dall’abitazione della moglie. Dopo le formalità di rito, Abuiba è stato rinchiuso in carcere, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.