Secondo le accuse, ancora da dimostrare, in particolare i sodalizi marsicani avrebbero ricevuto soldi dalla società Sirco Srl, riconducibile a Ciancimino tramite Gianni Lapis, amministratore del patrimonio della famiglia dell’ex sindaco colluso con la mafia.
Le quote di Alba d’Oro appartengono a Nino Zangari, ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Tagliacozzo, e ai fratelli Augusto e Achille Ricci, quest’ultimo possessore anche delle quote di Marsica Plastica. Tutti e tre furono arrestati a marzo 2009 nell’ambito di un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo tuttora in corso. La prossima udienza dibattimentale al tribunale di Avezzano è prevista per il prossimo 27 novembre.
Nel 2012, per un difetto formale, la Corte aveva annullato il decreto di confisca, ma la Cassazione, l’anno successivo, ha cassato la decisione, restituendo gli atti ai giudici aquilani per una nuova valutazione. Nel 2015, così, la Corte ha confermato la confisca, limitandone, però, l’oggetto al valore di 1,6 milioni, somma pari al versamento della società Sirco ad Alba d’Oro. Decisione pure bocciata dalla Cassazione nel 2016 per una serie di motivazioni, in virtù delle quali, lo scorso 20 aprile, la Corte d’Appello ha di nuovo annullato la confisca.
In particolare, manca la certezza che i soldi ricevuti da Sirco siano di provenienza mafiosa; il Collegio era composto dai giudici Fabrizia Francabandera (presidente), Gabriella Tascone (relatore) e Alfonso Grimaldi (consigliere). Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Andrea Castaldo di Napoli e Daniele Livreri di Palermo per i fratelli Ricci, e Pasquale Milo di Avezzano per Nino Zangari.
“Ritengo il provvedimento di annullamento un caposaldo che porterà benefici nel processo penale e di cui dovrà tener conto il tribunale collegiale penale di Avezzano nella prossima udienza”, commenta l’avvocato Milo.