L’Aquila. C’è Loris, di Arquata del Tronto, che non ha più una casa ma che ogni giorno, dalla nuova provvisoria residenza di San Benedetto del Tronto, arriva all’Aquila per ricostruire quella degli altri, dopo aver vissuto due terremoti: quello del capoluogo abruzzese, che da cinque anni gli dà lavoro come operaio edile, e quello di Arquata, comune di Ascoli Piceno distrutto dal sisma dello scorso agosto, che ha danneggiato la sua abitazione e causato decine di vittime.
Insieme a lui, gli altri operai della ricostruzione dell’Aquila che oggi hanno partecipato al pranzo condiviso, organizzato nel Parco di Castello nell’ambito del Festival della Partecipazione e dedicato proprio alle maestranze al lavoro nei cantieri della città. Un modo per dare volto e corpo a coloro che vengono definiti “gli invisibili”. A cucinare per loro, per il secondo anno consecutivo, sono stati i cittadini aquilani.
“Il pranzo non è solo un momento per offrire una pausa dal pesante lavoro che gli operai svolgono per ricostruire la città e renderla sicura, ma è un’occasione per renderli giustamente partecipi dei processi di socialità”, ha spiegato Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil L’Aquila, che ha fatto le veci del segretario generale Susanna Camusso, che non è riuscita a raggiungere l’Aquila perché impegnata in Calabria. “La nostra presenza ha lo scopo di rilanciare il valore sociale del lavoro e garantire legalità e sicurezza in una fase molto delicata. Speriamo di avere altre occasioni per favorire il processo di integrazione degli operai nel tessuto sociale cittadino”, ha concluso Trasatti.
Tanti gli spazi di riflessione organizzati in mattinata: si è parlato di caporalato in agricoltura, un fenomeno sempre più diffuso, con lo sfruttamento di lavoratori in nero ridotti in schiavitù, nell’incontro “Siamo uomini o caporali?” moderato da Federico Taddia di Radio 24. Dopo la proiezione di un servizio sul tema realizzato dalla giornalista della trasmissione Nemo di Rai2 Laura Bonasera, il presidente di Slow Food Italia, Gaetano Pascale, ha spiegato come il fenomeno del lavoro nero sia “una piaga che getta ombre su tutto il Made in Italy, perciò è necessario contrastare il fenomeno con ogni strumento normativo, di controllo, e culturale.
Bisogna lavorare per far diventare le aziende agroalimentari delle case di vetro. Ed è fondamentale, per avere sempre più trasparenza, la collaborazione di chi acquista: fare la spesa è un atto politico, si può compierlo rifiutando categoricamente ogni approccio verso quelle realtà che non garantiscono una totale tracciabilità del lavoro e della produzione”.
Presente anche la direttrice generale Inps Gabriella Di Michele, che ha parlato di “un problema enorme, che va affrontato in maniera non solo repressiva. Bene la legge 199 del 2016 che ha istituzionalizzato il reato di caporalato, ma servono altri interventi a corollario, come per esempio favorire le aziende nell’accesso alle politiche attive del lavoro per rintracciare e gestire la manodopera”.
E ancora, il dibattito sulle fake news: dagli scandali che hanno investito le elezioni presidenziali negli Stati Uniti alla responsabilità editoriale delle testate giornalistiche, dal ruolo della rete e dei social network nella diffusione virale delle notizie e nella lotta alle false news all’impossibilità di censurare la libertà di espressione o di moderare a livello normativo l’accesso alle “cattive informazioni”.
Concordi nella necessità di porre un argine alle “bufale” attraverso percorsi educativi nelle scuole e culturali i relatori dell’incontro: il giornalista Arturo di Corinto, il responsabile delle relazioni istituzionali di Mediaset Stefano Selli, il segretario generale dell’Agcom Riccardo Capecchi, la responsabile delle relazioni esterne di Grecia, Malta e Cipro di Facebook Laura Bononcini, la deputata Cinque Stelle Mirella Liuzzi e Francesco Nicodemo dello staff del presidente del Consiglio, autore di “Disinformazia”.