L’Aquila.I danni riportati dall’edificio erano visibili, subito dopo il sisma del 2009, emblematicamente riassunti nel rovinoso crollo della parte sommitale della facciata, che aveva spezzato a metà la sua meridiana:
oggi, dopo due lotti di intervento, la Chiesa di San Vito alla Rivera ha recuperato la sua integrità, la bellezza della sua facciata e la pulizia dei suoi interni, ritornando così alla piena funzionalità proprio in occasione delle celebrazioni del Santo a cui è consacrata.
La prima fase di consolidamento e restauro (finanziata per circa € 400.000,00 con fondi Cipe) è stata completata a maggio del 2014 ed ha interessato la parte strutturale e l’esterno dell’edificio, facendo tornare visibile uno dei gioielli della città medievale, la bella facciata della Chiesa, riconoscibile proprio dalla meridiana, per il cui restauro sono stati riutilizzati gli stessi elementi recuperati dal crollo, salvo alcune parti mancanti che sono state integrate.
Il secondo lotto, invece, ha interessato il consolidamento strutturale della restante porzione dell’edificio, occupato dalla Canonica, ad esso strettamente correlato e seriamente danneggiato dagli eventi sismici, nonché il completamento dell’intervento sull’intero complesso edilizio, con la realizzazione di tutte le opere di finitura ed impiantistiche (finanziamento aggiuntivo pari a €400.000,00 sempre con fondi CIPE).
Tra le particolarità dell’intervento di restauro – che per quanto concerne gli aspetti liturgici hanno recepito le indicazioni concordate preliminarmente con l’Arcidiocesi dell’Aquila -, si segnala la riapertura di una delle finestre della chiesa, la prima a destra dell’aula, che nel corso dei secoli era stata arbitrariamente tamponata, ripristinando l’originaria simmetria delle aperture; la rimozione dei due altari laterali e l’adeguamento del presbiterio agli attuali canoni liturgici; un nuovo rivestimento pavimentale, al di sotto del quale è posizionato un impianto di riscaldamento radiante; l’eliminazione della superfetazione rappresentata dal locale centrale termica, sul retro della chiesa, operazione che ha consentito tra l’altro di riaprire un’ulteriore finestra occlusa nella canonica; il parziale abbassamento ed arretramento del muro di separazione tra gli spazi di pertinenza della chiesa e quelli dell’adiacente Museo Nazionale d’Abruzzo, per dare maggior respiro all’ingresso del museo e riportare in primo piano il fianco dell’edificio sacro; il superamento delle barriere architettoniche per l’accesso alla chiesa, con la realizzazione di un percorso dedicato ai disabili motori; la realizzazione di una linea vita in copertura, con accesso diretto dal sottotetto, per facilitare le future attività di ispezione e manutenzione e consentire la loro esecuzione in condizioni di sicurezza.
L’intervento di restauro degli apparati decorativi si è invece concentrato sul restauro del portale lapideo e della lunetta dipinta, che versavano in condizioni di evidente degrado. All’interno della lunetta, l’intervento dei restauratori ha consentito di consolidare il supporto materico incoerente e lacunoso, restituendo la leggibilità del palinsesto pittorico, mentre l’intervento sulla pietra del portale ha permesso di rimuovere i depositi di sporco accumulati sulla pietra e di consolidare e reintegrare le parti danneggiate. Un mirato intervento di patinatura finale ha riportato in primo piano, rispetto al resto della facciata, il portale lapideo, sottolineandone l’importanza e la monumentalità rispetto all’insieme.
Come molti monumenti della città, anche San Vito ha subito nel corso dei secoli diverse mutazioni e ricostruzioni; l’edificio di culto, risalente con ogni probabilità alla fine del ‘200, considerate le dimensioni che si conformano evidentemente alle disposizioni aquilane, è stato completamente trasformato nel 1599, ed ha ricevuto il colpo di grazia con il terremoto del 1703, che ha danneggiando gravemente le strutture, analogamente al sisma di otto anni fa.
Ecco quindi visibili i risultati di questa nuova ricomposizione, un altro importante recupero per la città con il quale l’area di Borgo Rivera – nucleo fondativo dell’Aquila -, ricompone il puzzle dei suoi preziosi beni monumentali e storico artistici, in un ideale percorso che parte dal Munda-Museo Nazionale d’Abruzzo, si inserisce nel suggestivo perimetro della Fontana delle 99 Cannelle, ammirando da lì San Vito e la sua meridiana, per passare da porta Rivera ed arrivare, costeggiando le antiche Mura urbiche, alla Chiesa di Santa Maria del Ponte, scrigno di un’edicola votiva monumentale.