Si tratta del Piano di Lottizzazione in località “Prato della Madonna” a Rocca di Mezzo e della variante al Piano Regolatore di Rocca di Cambio. In entrambi i casi il Comitato dovrà esprimere parere sulla procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale visto che siamo in un Sito di Interesse Comunitario individuato a livello europeo per la tutela della rarissima biodiversità del parco. Inoltre l’intera area è anche Zona di Protezione Speciale per gli uccelli. La variante al Piano Regolatore di Rocca di Cambio, se consiste in quanto leggiamo nei documenti presenti sul sito del Comune, sembra uscita dagli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, confermando pesanti interventi edificatori previsti nella zona fin dagli anni ’70, come se nel frattempo non fosse stato istituito un parco regionale e l’ambiente non fosse più visto come posto esclusivamente da cementificare. Inoltre la Variante in discussione propone la copertura con case, residence, alberghi ecc. di aree preziose attualmente occupate dalla natura del Parco, con paesaggi straordinari come pascoli, prati, filari e boschi.
“E’ sconcertante che si riproponga in un Parco montano un modello fallimentare di sviluppo edilizio che non fa altro che svilire il patrimonio paesaggistico e naturalistico della regione” commenta Dante Caserta, consigliere nazionale del WWF Italia. “Trasformare il verde del nostro territorio e della nostra natura in una “villettopoli” grigio-cemento abitata 10 giorni l’anno e degna delle peggiori periferie urbane è quanto di meno lungimirante si possa immaginare. Invece di ospitare i turisti in borghi incantati e perfettamente ristrutturati, con una politica che fa conoscere i nostri paesi e richiama visitatori da tutto il mondo, come dimostra l’esempio di Santo Stefano di Sessanio, li faremo passeggiare tra piloni, cemento e strade. Tra l’altro questi insediamenti non fanno altro che peggiorare le condizioni già non ottimali dei servizi, dalla depurazione alla mobilità. Avevamo ragione a opporci al Protocollo “Letta” visto che questi interventi, come la realizzazione della galleria di Serralunga, non fanno altro che realizzare le peggiori previsioni di quell’accordo: altro che sviluppo sostenibile! Ovviamente chiediamo al comitato V.I.A. di bocciare queste previsioni del tutto incompatibili con la tutela della Natura e dell’identità abruzzese”.