La comunità, che intende ricreare, anche nella struttura, un ambito il più possibile vicino a quello “familiare”, si ispira ad una forma di residenzialità che pone attenzione al “piccolo”, cioè a situazioni di convivenza tra poche persone, in contrapposizione ai grandi numeri delle strutture protette, e che permette, appunto, di garantire agli ospiti qualcosa che davvero somigli, non solo nelle mura e nella suddivisione degli spazi, ad un “focolare domestico”.
Sempre con i medesimi fini, e proprio a partire da questa prima esperienza pilota, la nostra Associazione si propone di sviluppare ed implementare il progetto “Le Case di Giona”, con l’intento di costituire e gestire strutture residenziali che si ispirino, appunto, al modello di piccole comunità partecipate e che possano accogliere persone in condizioni personali e familiari anche molto diverse tra loro (dalle case famiglia per minori alle “case dei papà”, dalle comunità per pensionati soli fino a quelle per tossicodipendenti, richiedenti asilo, ex detenuti…).
Casa Silvia vuole essere, in tal senso, il primo passo di un percorso più ampio con il quale abbiamo l’ambizione di dare il nostro piccolo contributo ad un contesto sociale in cui sempre più vanno emergendo problematiche di disagio ed abuso giovanile.
“E’ la prima casa famiglia che viene aperta a Sulmona, l’unica, nel nostro territorio, ad essere rivolta specificamente all’utenza degli adolescenti ed una delle pochissime in Abruzzo a riguardare anche le problematiche del disagio e dei disturbi della condotta”, spiegano il Responsabile di struttura, Marco Colantoni, e il Presidente, Andrea Marino.