Terremoto L’Aquila, l’Ance denuncia i ritardi nei pagamenti della Provincia

terremoto_crolloL’Aquila. “Perché i patti devono rispettarli tutti tranne la pubblica amministrazione?”. Così lamenta Gianni Frattale, presidente dell’Ance dell’Aquila, che denuncia i ritardi da parte della Provincia nei pagamenti dei lavori eseguiti sulle scuole colpite dal sisma del 2009 e appaltati dall’ente.

Frattale ricorda in proposito gli sforzi operativi ed economici richiesti dalla Provincia per permettere agli studenti la ripresa regolare delle lezioni nei tempi stabiliti. Tempi rispettati, come sottolinea il presidente, dalle imprese che “hanno ultimato i lavori in tempo, pagato gli operai, i fornitori, le ditte subappaltatrici, i collaboratori oltre ad INAIL, Cassa Edile, INPS e tasse varie. I soldi per i pagamenti sono stati sbloccati dalla STM e trasferiti alla Banca d’Italia. Ma rispetto a tutte le, purtroppo, tradizionali lungaggini ed inefficienze della pubblica amministrazione in questa storia c’e’ un assurdita’ ulteriore incomprensibile: la ragioneria della Provincia non provvede ancora, dopo 4 mesi di ritardi subiti dagli imprenditori, ad emettere i mandati di pagamento. E mentre i soldi attendono in cassa le imprese combattono ogni giorno con le banche per tener fede ai loro doveri di soggetti economici privati, a su cui nessuno fa sconti”. Frattale conclude con una domanda: “Perché i patti devono rispettarli tutti tranne la pubblica amministrazione? E, non essendoci motivi ostativi ai pagamenti, trattandosi di pratiche regolari, perchè l’ufficio ragioneria della provincia non ha ancora dato seguito ai pagamenti?”.

Non è tutto. Il presidente non esclude una rivalsa delle imprese per recuperare non solo i danni economici provocati dai ritardi, ma anche gli interessi maturati. Una situazione che potrebbe configurare, secondo il presidente degli imprenditori, anche un danno erariale da parte di chi, “in modo arbitrario”, sta bloccando un atto dovuto della pubblica amministrazione, ledendo un diritto incontestabile e prestando il fianco a ricorsi.

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