L’Aquila. Tre arrestati ai domiciliari si avvalgono della facoltà di non rispondere, il quarto parla, sia pure brevemente, respingendo ogni accusa. Ma tutti e quattro presentano ricorso al Riesame contro le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di L’Aquila.
È il bilancio degli interrogatori di garanzia per quattro degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta della procura distrettuale antimafia di L’Aquila sul caporalato in appalti della ricostruzione post-sisma. Luigi Lama, hanno riferito gli avvocati difensori Giuseppe Guadagno e Pasquiale Buonpane, del foro di Santa Maria Capua Vetere al termine dell’interrogatorio, ha spiegato di essere solo un operaio come gli altri.
Inoltre, in relazione ai pagamenti che lui faceva, ha detto che si limitava ad anticipare i soldi alle maestranze per poi riprenderli indietro dalle ditte appaltartici, sia pure in ritardo. Per il resto ha negato ogni accusa.
Salvatore Tessitore, Vincenzo Tessitore e Raffaella Testa della Tessitore Appalti, ditta che ha ricevuto l’interdittiva antimafia, sono difesi dall’avvocato Raffaele Mascia, anch’egli del foro campano.