L’Aquila. Il comitato dell’Amministrazione Separata degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio si è riunito in assemblea e ha deliberato l’opzione legale amministrativa per uscire dal Consorzio di bonifica Aterno-Sagittario.
Alla base della dirompente decisione non solo l’esclusione massiva di rappresentanti e presidenti di seggio, prima nominati e poi rimossi dall’ente stesso, dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio dei delegati del Consorzio. Tra i motivi principali che hanno scatenato il dissenso del comitato degli Usi Civici della frazione più popolosa del comprensorio aquilano, le mancate attività di esercizio e manutenzione delle opere pubbliche di bonifica per la tutela del patrimonio agricolo e delle acque destinate all’irrigazione dei terreni coltivati.
“Dal Consorzio nessun servizio – tuona il comitato dell’amministrazione Separata di Paganica e San Gregorio – in zone come la Concia e via Casale le fogne sono a cielo aperto da anni e gli scarichi di liquami nei torrenti d’acqua peraltro contaminata dalla salmonella non fanno neanche più notizia. Anche delle strade campestri si occupano gli Usi Civici, altrimenti lasciate al completo abbandono.” A determinare la volontà di uscire dal Consorzio di Bonifica è stato innanzitutto il problema irrisolto e più grave delle acque contaminate del fiume Raiale, Vera e Aterno.
“Quello dell’acqua rimane un tema ad alta tensione per i cittadini di Paganica. Niente è stato fatto in seguito all’allarme salmonella nelle acque reflue dei torrenti del fiume Vera e Aterno. A lanciare l’allarme sulla contaminazione delle acque provocata da alcuni scarichi abusivi fu proprio, ormai diversi anni fa, l’Amministrazione Separata degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio cui un’indagine epidemiologica dell’ARTA, l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente, diede ragione. Dall’esame infatti si rilevarono la presenza di salmonella in appezzamenti di terreni coltivati a ortaggi, foraggi e cereali e irrigati con le acque contaminate. Il Consorzio di Bonifica continua a tassare i consorziati senza provvedere alla manutenzione delle opere pubbliche di bonifica. Anche i depuratori sono assolutamente vecchi e inadeguati senza che la Gran Sasso Acqua, la società municipalizzata del Comune dell’Aquila, abbia mai provveduto a potenziare gli impianti. Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua, per una frazione che conta 18.000 abitanti, tra residenti e domiciliati, e vanta molti ettari di terreni agricoli, è di vitale importanza riportare di nuovo alta l’attenzione sul problema delle acque contaminate del nostro territorio”.