L’Aquila Un weekend record, con 4 trapianti di rene, all’insegna di un fatto eccezionale: due degli organi prelevati, che erano fusi a ferro di cavallo, sono stati prima divisi e poi trapiantati.
Nel fine settimana tra il 3 e il 5 marzo, all’ospedale di L’Aquila, il centro regionale per Abruzzo e Molise, oltre a trapianto dei reni, è stato impegnato in una ‘manovra’ chirurgica piuttosto complessa, tesa a separare i 2 reni (dei complessivi 4 prelevati) che madre natura, dalla nascita, aveva saldato insieme nell’organismo della persona da cui sono stati prelevati.
Una situazione rara, risolta grazie agli avanzati strumenti tecnologici e alla perizia dei chirurghi del centro regionale trapianti del San Salvatore, diretta dal Professor Francesco Pisani, affiancato dai suoi collaboratori, Luigi Bonanni e Quirino Lai, coordinati dal direttore del reparto di urologia,Luigi Di Clemente. I 4 reni sono stati trapiantati in altrettanti pazienti, 3 uomini e una donna, tutti abruzzesi, già dimessi nei giorni scorsi, di età compresa tra 40 e 60 anni.
“L’attività svolta dal centro trapianti di L’Aquila”, commenta il Manager della Asl, Rinaldo Tordera, “è di enorme importanza per tutta la Regione e costituisce un punto di forza della sanità per gli alti livelli di professionalità degli specialisti, per l’enorme impatto positivo sulle vite dei malati e per il valore etico che alimenta i trapianti, dovuto a chi dona gli organi con un atto che tocca cuore, coscienza e generosità al più alto livello” .
Il weekend del 5 marzo, rivelatosi eccezionale sia per il numero delle donazioni sia per la difficoltà legata ai reni ‘incollati’, ha fatto impennare il numero dei trapianti finora eseguiti dal primo gennaio che ha raggiunto quota 13. Si tratta di una cifra rilevante non solo perché concentrata in poco più di 2 mesi di attività (gennaio-febbraio scorsi) ma anche perché i 13 trapianti sono quasi la metà di quelli che, in media, si effettuano in un anno. Tra l’altro, all’interno di questa serrata cadenza di inizio 2017, vi è stata anche una prestazione ben al di sopra dell’ordinario: il prelievo del rene da paziente in vita, in modo completamente laparoscopico (piccoli fori anziché taglio totale), seguito dal trapianto. E’ il primo intervento del genere in Abruzzo, a ribadire i picchi di eccellenza professionale maturati in anni di attività.
I 13 trapianti, nel giro di due poco più di 2 mesi dell’anno corrente, costituiscono un ottimo viatico per il proseguimento dell’attività del centro di L’Aquila che recentemente ha centrato il traguardo dei 500 trapianti di rene in 12 anni di lavoro. Risultati di grande rilievo che vanno oltre i confini d’Abruzzo, raggiunti grazie a un gioco di squadra composto da nefrologi, rianimatori e coordinatori locali, dal centro di tipizzazione tissutale dell’ospedale, diretto da Franco Papola e dal coordinamento regionale, capeggiato da Daniela Maccarone.