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L’Aquila, Vigili del Fuoco: operare senza caserma né risorse d’intervento

L’Aquila. “A quasi tre anni dal terremoto i Vigili del Fuoco dell’Aquila senza caserma e senza soldi”. E’ quanto denunciano, in una nota, i segretari provinciali di Cgil, Fns-Cisl, Uil, Conapo e Confsal, rispettivamente Vincenzo D’Aprile, Antonio Cococcia, Stefano Del Romano, Elio D’Annibale e Riccardo D’Agostino.

Una “situazione al limite del collasso” quella in cui si trovano ad operare quotidianamente i Vigili del Fuoco dell’Aquila: gran parte della caserma è inagibile a livello più grave (E), senza che una minima speranza di un recupero della struttura possa essere alimentata tramite un progetto di attuazione. Il personale a disposizione, inoltre, risulta del tutto insufficiente per la gestione di una città ancora in ginocchio ed è costretto, per questo, a svolgere “turni massacranti” di straordinario non retribuito.

“Tutti gli altri Enti e Corpi dello Stato” si legge sulla nota “hanno individuato una soluzione concreta per le loro sedi, mentre noi siamo costretti a lavorare in locali inagibili. La cosa più incredibile è che, dopo quasi tre anni, non si ha la minima notizia di come e quando il ‘problema caserma’ sarà risolto. E’ paradossale come da un lato, per tutelarne l’incolumità, prestiamo assistenza alla popolazione per permettere il recupero dei beni nelle abitazioni pericolanti e dall’altro, proprio noi, siamo costretti a lavorare in pessime condizioni di sicurezza, noi che la sicurezza, per mestiere, dobbiamo garantirla alla cittadinanza. Tutto ciò ha dell’incredibile e, a nostro avviso, è scandaloso”.

Le promesse di cantierizzazione avrebbero previsto 20/24 mesi di tempo per effettuare l’abbattimento e la ricostruzione della Caserma, ma le difficoltà in cui versano i Vigili del Fuoco dell’Aquila continuano ad essere le stesse del post sisma, in un prolungato e ormai perenne stato di emergenza.

I Vigili del Fuoco non si occupano soltanto del soccorso tecnico urgente, ma svolgono funzioni fondamentali in una città che è ancora invasa dalla sue stesse macerie: assicurano assistenza ai cittadini durante i recuperi di beni, si occupano della raccolta e del trasporto delle macerie, dell’assistenza alle ditte durante i traslochi, della messa in sicurezza e demolizione degli edifici a maggior rischio di crollo. Le richieste in attesa di evasione per le coperture di tetti sono oltre 100, il puntellamento degli edifici storici nel centro cittadino ancora non è ancora stato completato, le opere di messa in sicurezza di circa 300 edifici necessitano di essere verificate in conseguenza del degrado naturale degli elementi lignei utilizzati.

Gran parte del personale temporaneamente dislocato in missione a L’Aquila, il 31 dicembre prossimo sarà costretto a fare rientro ai Comandi di appartenenza, cosicché i numeri torneranno ad essere quelli tristemente famosi della notte del terremoto, cioè appena 12 unità in servizio per garantire il soccorso alla città. Nel caso in cui fosse avviata la ricostruzione pesante le condizioni in cui versano i Vigili del Fuoco risulterebbero del tutto inefficaci per assenza di risorse e strutture.

In tutta Italia, nei giorni apocalittici di disperato tentativo di salvare le vittime ancora in vita sotto le macerie di una città, sono stati celebrati col nome di “angeli del terremoto”, effigiati del merito delle più alte virtù civili: oggi, i sindacalisti denunciano alla popolazione e alle Istituzioni locali una paradossale mancanza di considerazione dei servizi che i Vigili del Fuoco dovrebbero essere messi nella condizione di assicurare e delle difficoltà che devono affrontare in un territorio in cui la popolazione si riconosce nella categoria di “terremotati di serie B”.

“Siamo pronti ad azioni di protesta incisive ed eclatanti” concludono i sindacati “e il nostro unico rammarico, sin d’ora, è quello che a rimetterci sarà, come al solito, l’anello debole della catena: il cittadino, per quanto incolpevole e bisognoso dei servizi che i vigili del fuoco erogano”.

 

Elisa Giandomenico