La presenza della famigliola di orsi, mamma Gemma piu’ due cuccioloni tra i 2 e i 4 anni, e’ una costante ormai del piccolo comune nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La stessa orsa Gemma, l’anno scorso, tento’ di aggredire una vettura in transito sulla strada che costeggia il lago di Scanno, atteggiamento preso per difendere i suoi piccoli. Il conducente fu costretto a fermare il mezzo per poi vedersela piombare sul cofano con atteggiamento aggressivo. La famigliola di orsi nel 2009 sali’ sul balcone di un’abitazione con i cuccioli che arrivarono a divertirsi su una panca a dondolo. Per farli desistere furono chiamati i carabinieri della locale Stazione. Altre incursioni, nell’ultima settimana, sono avvenute a Bisegna e nella frazione di San Sebastiano, nel versante marsicano del Parco, tutte in pieno giorno. I comuni di Scanno e Bisegna sono divisi solamente dalla “montagna Grande”, un tragitto breve se considerata la capacita’ di spostamento degli orsi, e questo farebbe presupporre che la famiglia di plantigradi che semina il panico negli ultimi giorni sia la stessa. Il consigliere comunale di Scanno, Eustachio Gentile, si dice “allarmato per l’inusuale invasione” e propone la reistituzione “delle aree di alimentazione degli orsi con prede vive, per non creare problemi sanitari”. Il sindaco di Bisegna, Amedeo Di Lorenzo, ha allertato Prefetto dell’Aquila e vertici del Parco per il problema di ordine pubblico chiedendo l’istituzione di servizi specifici di sorveglianza. Il Corpo forestale dello Stato del coordinamento territoriale per l’ambiente, congiuntamente alle guardie del parco, ha avviato una serie di pattugliamenti nei due comuni per seguire l’attivita’ dei tre orsi che non sembrano temere la presenza umana. A Opi l’orso e’ stato avvistato qualche giorno fa davanti l’abitazione dell’operaio del Pnalm, Diodato Paglia, che nel dicembre del 2009 fu aggredito da un orso all’interno del Centro visita del parco a Pescasseroli. Il custode riporto’ profonde ferite e accuso’ un forte stato di shock. Lui stesso racconta di questo ultimo avvistamento a Opi: “Appena notato l’orso ho avuto paura ed ho iniziato a urlare – dice all’Agi Diodato Paglia – poi sono stato costretto a prendere dei sedativi. Il ricordo della mia aggressione avvenuta nel 2009 e’ ancora troppo vivido – conclude il dipendente del Parco – e quei terribili momenti prima che perdessi conoscenza mi accompagnano in ogni momento della giornata”.