Barete, pazienti psichici autori di reati: medici e magistrati a confronto

Barete. Magistrati e psichiatri a confronto per stabilire protocolli comuni, al fine di conciliare al meglio l’esigenza delle cure sui pazienti e l’applicazione del codice penale.

E’ stato questo il filo conduttore del convegno, organizzato dalla Asl 1, che si è svolto venerdì scorso, 2 dicembre, a Barete, nella casa della comunità, dal titolo: “Rems: tra le pareti della riforma: condivisione di un protocollo operativo’.

Vi hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della sezione penale della Corte d’appello di L’Aquila, Fabrizia Francabandera, il procuratore generale della repubblica presso la corte d’appello di L’Aquila, Pietro Mennini, il commissario unico del governo per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, Franco Corleone e, per la Asl, il manager Rinaldo Tordera, il direttore del dipartimento salute mentale Vittorio Sconci e il direttore del servizio psichiatria dell’ospedale di L’Aquila Alessandro Rossi.

La scelta della location del convegno non è stata casuale poiché a Barete, dal maggio scorso, è stata aperta la nuova Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), unica in Abruzzo e tra le poche in Italia, che costituisce l’innovativo modello di cura del malato psichico, autore di reati, che si pone come superamento della visione reclusiva e ‘punitiva’ degli ex ospedali psichiatrici giudiziari.

La Rems di Barete – che con una superficie di quasi 2.000 metri quadrati accoglie pazienti di Abruzzo e Molise – ospita attualmente 11 persone, all’interno di 7 case-appartamento, dotate di cucina, spazi ricreativi, palestra e giardino, in cui lavorano 12 infermieri, 6 operatori socio sanitari, 2 psichiatri, uno psicologo, un amministrativo e il personale che assicura la vigilanza sui pazienti.

A breve entreranno in servizio un altro psichiatra, un assistente sociale e un educatore sociale.

Alla Rems accedono, dopo accurata selezione, solo quei pazienti che hanno effettivo bisogno dello specifico percorso riabilitativo svolto all’interno della struttura di Barete.

In apertura del convegno di venerdì scorso, che si è svolto nei pressi della Rems, il dr. Sconci ha auspicato la messa a punto di procedure di raccordo tra il mondo sanitario e quello giudiziario.

“E’ necessario”, ha detto, “mettere insieme saperi e conoscenze di psichiatri e magistrati per abbandonare la visione intrisa di pregiudizi del malato psichico con reati alle spalle. Serve quindi un percorso condiviso affinché questi pazienti vengano trattati senza preconcetti legati, per esempio, alla mancanza di sostegni economici, alla loro emarginazione o all’assenza di programma terapeutici individuali”.

A seguire è intervenuto il manager della Asl, Tordera. “L’efficace rapporto, che si è instaurato tra pazienti e operatori sanitari”, ha detto Tordera, “è la conferma che la strada intrapresa è quella giusta. La Rems è il risultato scaturito al termine di un lungo cammino che, a distanza di molti anni e dopo tanti travagli, ha portato dagli ex manicomi a un moderno approccio terapeutico”.

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