L’Aquila, il ‘tesoro’ di Ciancimino nella Ricostruzione: confiscati beni per 2milioni e mezzo di euro

Guardia-di-FinanzaL’Aquila. Le mani della malavita sulla ricostruzione aquilana. Era prevedibile e il pool antimafia ne era consapevole. Questa mattina i Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza de L’Aquila, in collaborazione con i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Reparto Operativo de L’Aquila, e con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma, hanno proceduto alla confisca delle quote della società Alba d’Oro s.r.l e della Marsica Plastica s.r.l.

Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale del capoluogo abruzzese, presieduto da Romano Gargarella.

A chi appartengono queste società? La Alba d’Oro s.r.l. appartiene a Nino Zangari, Augusto e Achille Ricci, quest’ultimo proprietario anche della Marsica Plastica s.r.l.

L’Alba d’Oro è proprietaria del complesso turistico “La Contea” di Tagliacozzo, un moderno villaggio vacanze dotato di ristorante, piscina, campi da tennis e da calcetto, oltre a terreni per un valore di oltre 2milioni e mezzo di euro.

Il provvedimento di confisca giunge al termine di un lungo lavoro investigativo, avviato su input del Procuratore della Repubblica al Tribunale de L’Aquila, Alfredo Rossini, e del Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Olga Capasso, proseguito e portato a compimento dal Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale de L’Aquila Stefano Gallo.

Le indagini della Guardia di Finanza sono durate oltre due anni e sono state condotte con i più moderni strumenti tecnici ed informatici, anche attraverso meticolosi accertamenti documentali e bancari che hanno consentito di ricostruire le operazioni finanziarie, attraverso cui i tre soggetti hanno reimpiegato in attività imprenditoriali in Abruzzo oltre un milione e mezzo di euro provenienti dal “tesoro occulto” del defunto boss mafioso Vito Ciancimino.

I capitali illeciti, provenienti direttamente dalla Sirco s.p.a., holding palermitana riconducibile ai Ciancimino e già sottoposta a sequestro dalla Procura della Repubblica di Palermo, sono stati impiegati nella Marsica per realizzare il villaggio turistico “La Contea”.

Nel 2009 l’indagine aveva già consentito di individuare la presenza, sul territorio abruzzese, di soggetti collegati, attraverso una fitta rete di prestanomi, al “clan” Ciancimino. Si era potuto così evitare che fossero portate a compimento ulteriori operazioni imprenditoriali finanziate con capitali di illecita provenienza, prevenendo così infiltrazioni, nell’economia legale, di capitali illeciti che avrebbero consentito di radicare sul territorio locale un sistema finanziario “inquinato”. Come pure si sono potuti contrastare i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nella regione e sequestrare beni mobili ed immobili (complesso turistico e terreni) per un valore di oltre 2milioni e mezzo di euro.

L’applicazione delle misure, si fonda, inoltre, sulle indagini dell’Arma dei Carabinieri (R.O.S., Reparto Operativo di L’Aquila e Compagnia di Avezzano) che, anche attraverso una incisiva attività di controllo sugli assetti societari di alcune imprese marsicane attive nel settore dello smaltimento dei rifiuti, hanno consentito di individuare una quota (confiscata) di proprietà di Achille Ricci, pari al 15,5 per cento dell’intero capitale, della Marsica Plastica s.r.l..

Questa società, cointeressata in investimenti milionari nel settore del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti nella Valle Peligna, aveva tra l’altro stabilito la propria sede legale nella zona industriale di Carsoli.

Il Tribunale ha, dunque, riconosciuto il principio che, come disposto dalla legge 94/2009 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), consente al Procuratore Distrettuale della Repubblica di proporre l’avvio del procedimento di prevenzione anche a soli fini dell’applicazione di provvedimenti di sequestro e confisca, a prescindere dall’applicazione di provvedimenti di prevenzione personali basati sulla pericolosità sociale del soggetto proposto. Questa previsione normativa, tesa a rafforzare il dispositivo di contrasto alla criminalità organizzata sul terreno economico, sancisce la possibilità di applicazione disgiunta delle misure patrimoniali rispetto a quelle personali e, in pratica, l’ autonomia dei beni aggredibili. Elemento, questo, che consente a forze dell’ordine e inquirenti di perseguire investimenti spregiudicati effettuati utilizzando imprese locali che fungono da riciclatori di denaro sospetto.

Ulteriori misure di prevenzione patrimoniale, proposte dalla Procura della Repubblica de L’Aquila nei confronti di altri imprenditori abruzzesi, non sono state accolte dal Tribunale del capoluogo che pure ha riconosciuto, in un caso, “rapporti societari e partecipativi con una pluralità di soggetti che non si può negare vengano toccati da sospetti in ordine alla legalità delle loro operazioni”.

I beni confiscati, transitando nel patrimonio dello Stato, saranno gestiti dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, per finalità istituzionali e sociali potendo tali beni essere reinseriti nell’economia legale anche e soprattutto a favore delle categorie più deboli e delle vittime.

L’Abruzzo isola felice è una favola” commenta il procuratore capo della repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini. “Come in tutte le regioni italiane anche l’Abruzzo ha subito l’interesse e l’attenzione delle organizzazioni mafiose e questo anche per gli ingenti capitali pubblici legati al terremoto. Stiamo combattendo da subito dopo il sisma per prevenire infiltrazioni e quindi azioni contro gli aquilani colpiti da una grande tragedia. Gli aquilani mi fermano per dirmi grazie, non ci abbandonate. Appena si è pensato alla ricostruzione abbiamo subito attivato l’attività per contrastare le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose che in effetti fin dall’inizio si sono informate sui capitali pubblici per la ricostruzione. Stiamo lavorando e speriamo in risultati importanti, cioè di mettere in galera tutti coloro che svolgono attività illecite, come del resto auspicano i cittadini onesti”.

Il procuratore capo della repubblica dell’Aquila lancia poi un appello ed un monito alle imprese impegnate nella ricostruzione aquilana. “Fate molta attenzione nello stringere rapporti di collaborazione con altre grandi aziende di fuori città o fuori regione. Basta il solo collegamento oggettivo per far scattare sequestri e confische anche ai loro beni. Come sottolinea il procuratore nazionale Grasso, le organizzazioni malavitose sono molto sensibili quando si vanno a colpire nel vivo i loro affari”.

“E’ importante” aggiunge il sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia Olga Capasso “che gli imprenditori abruzzesi che incautamente si sono messi d’accordo con aziende legate alla malavita organizzata, sappiano che la procura aquilana sta monitorando molto approfonditamente i collegamenti“.

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