Collelongo. Dopo il terzo rinvio, la Sezione Prima del Tar per l’Abruzzo, con l’intervento dei magistrati Antonio Amicuzzi, presidente, Maria Abbruzzese, consigliere, e relatrice la dottoressa Paola Anna Gemma Di Cesare, nella camera di consiglio del giorno 9 novembre 2016 ha respinto la domanda cautelare, presentata dagli avvocati difensori della ditta Tamburro Remo, contro la Provincia de L’Aquila – Settore ambiente/Servizio gestione rifiuti, per l’annullamento del provvedimento del 10.02.2016, che aveva statuito “il divieto di prosecuzione attività per il recupero rifiuti a carico della ditta Tamburro Remo”.
Il TAR, dopo aver udito i legali Pierfrancesco De Nicola e Francesca Tempesta, difensori della Provincia de L’Aquila, e l’avvocato Angelo Guanciale, difensore ad opponendum dei consiglieri di minoranza Nicola Pierleoni, Cesare Angelo Pisegna, Cinzia Pisegna Orlando (il Comune di Collelongo non si è costituito in giudizio), ha pronunciato un’ordinanza di respingimento sulla base del prevalente principio di precauzione in tema ambientale.
Lo stesso principio di precauzione richiesto dal WWF Abruzzo Montano nelle prime fasi di questa travagliata emergenza, a tutela della salute dei cittadini marsicani, in particolare per la presenza dei campi pozzo di Trasacco, fonte strategica prioritaria e insostituibile di alimentazione idrica dei territori dei comuni di Collelongo, Trasacco, Luco dei Marsi ed Avezzano.
Con l’ordinanza del Tar, diventa immediatamente esecutivo il provvedimento per la rimozione delle 17.000 tonnellate di rifiuti e di materiale utilizzato per la loro miscelazione, depositati nella cava sita in località “Le Grottelle” nel Comune di Collelongo, al fine di preservare l’integrità della falda acquifera presente nelle vicinanze e, in base all’articolo 242 del D.lgs. 152/2006, “qualora i soggetti responsabili della contaminazione non provvedano direttamente e non provvedano né il proprietario del sito né altri soggetti interessati, le procedure e gli interventi sono realizzati d’ufficio dal Comune territorialmente competente”.
Inoltre, in data 7 novembre 2016, il segretario comunale di Collelongo, Gianna Del Fiacco, ha avviato un procedimento amministrativo rivolto all’architetto Vincenzo Tarquini, Responsabile del Settore Lavori Pubblici del Comune di Collelongo, per verificare la veridicità delle dichiarazioni, rilasciate da Remo Tamburro in data 12 giugno 2014 per ottenere l’autorizzazione, nelle quali si asseriva, contrariamente a quanto ormai noto dal 1995, che la cava non ricadeva all’interno di un Sito di Interesse Comunitario, parte integrante del Parco Nazionale d’Abruzzo dal 1995 nonché della Rete Natura 2000.
“Questa emergenza ambientale, come tante altre, poteva essere evitata con il coinvolgimento responsabile dei cittadini e delle associazioni ambientaliste, nella partecipazione ai processi decisionali per ‘tutelare il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future, a vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere’, così come scritto nella Convenzione di Aarhus nel lontano 1998”, ha dichiarato Giuseppe Walter Delle Coste, Presidente WWF Abruzzo Montano.