Ricostruzione L’Aquila, inchiesta Earthquake: revocati tutti gli arresti

L’Aquila. Revocati gli arresti domiciliari per tutti e sei gli indagati sottoposti alle misure cautelari, nell’ambito dell’inchiesta Earthquake sul presunto sistema di tangenti relativo alla ricostruzione post-sisma in Abruzzo e in particolare nei Comuni di Bussi sul Tirino e Bugnara.

Il gip del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, questa mattina ha firmato la revoca degli arresti per Angelo Melchiorre, indagato in qualità di responsabile tecnico del Comune di Bussi e dell’Ufficio territoriale per la ricostruzione numero 5, mentre ha disposto la sostituzione degli arresti domiciliari, con l’obbligo di dimora nel comune di residenza, per Emilio Di Carlo, direttore dei lavori e progettista degli aggregati 43 e 45 del Comune di Bussi, per Marino Scancella, architetto incaricato della progettazione dell’aggregato 30 del Comune di Bussi, per l’imprenditore umbro Stefano Roscini, per l’ex colonnello dell’esercito Giampiero Piccotti e per il tecnico ed ex consigliere del Comune di Gubbio Angelo Riccardini. Per quanto riguarda Di Carlo, Scancella, Riccardini e Roscini, il gip ha disposto anche il divieto temporaneo dell’esercizio della propria attività professionale.

I pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, titolari dell’inchiesta, avevano espresso parere negativo su tutte le richieste di revoca degli arresti, ad eccezione di quella a carico di Piccotti, che avevano avallato per motivi di salute.

Quadro indiziario confermato, ma esigenze cautelari affievolite: queste le motivazioni del gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea. Quanto alle motivazioni dei provvedimenti, il gip compie specifiche osservazioni per ciascuno degli indagati.

In merito a Melchiorre, pur confermando “la ferma ed impregiudicata sussistenza di gravi indizi di colpevolezza”, revoca la misura cautelare in quanto “la sospensione delle funzioni svolte costituisce un apprezzabile segnale di sensibilità istituzionale, che induce a rivalutare il giudizio sia sulla sussistenza di inderogabili esigenze attinenti alle future acquisizioni investigative, tenuto conto sia della rilevante attività investigativa sinora compiuta e del fatto che i rapporti che Melchiorre ha sinora potuto coltivare nell’esercizio della sua attività amministrativa subiranno un evidente indebolimento, con evidenti conseguenze sulla sua possibilità di interferire con il personale e con la documentazione dell’ufficio e sia in merito al pericolo di reiterazione del reato, risultando ad oggi impossibile per l’indagato, privato del contesto che si ritiene gli abbia consentito di realizzare le condotte delittuose, reiterare analoghe condotte”.

Il gip conferma anche il quadro indiziario a carico dell’imprenditore Roscini e sottolinea di “non poter accedere alla tesi secondo cui Roscini mai abbia fatto parte del consorzio Ges.Com, dovendosi rilevare come invece dalla documentazione acquisita nel corso delle indagini risulta che lo stesso fosse anzi organico alla struttura”.

Per quanto riguarda il foglietto trovato nell’ufficio dell’imprenditore, dove compare anche la scritta “politica” accostata alla cifra “5”, il gip sottolinea di “non poter apprezzare le giustificazioni fornite dall’indagato” secondo cui l’appunto “sarebbe da ricondurre ad una vicenda estranea ai fatti di imputazione”.

Sarandrea ritiene, tuttavia, che le esigenze cautelari siano “sensibilmente attenuate” e che l’obbligo di dimora e il divieto temporaneo dell’attività professionale “costituiranno adeguato impedimento alla realizzazione di ulteriori condotte delittuose” e “saranno in grado di impedirgli la possibilità di incidere sul materiale probatorio”.

Quanto a Piccotti, Sarandrea osserva che pur in presenza di “ferma ed impregiudicata sussistenza a carico dell’indagato di gravi indizi di colpevolezza, non essendo emersi nel corso dell’interrogatorio di garanzia, dove lo stesso di è avvalso della facoltà di non rispondere, elementi di segno contrario rispetto a quanto descritto nell’ordinanza applicativa” di misura cautelare, “le attuali e comprovate condizioni di salute dell’indagato meritano l’accoglimento dell’istanza”.

Per Scancella, il gip rileva “che la versione fornita dall’indagato, secondo cui la sua attività si sarebbe limitata ad acquisire lecitamente commesse da parte dei titolari di immobili lesionati dal sisma ed a collaborare con tecnici in forza a ditte a cui sarebbe stato in seguito attribuito il compito di realizzare le opere, risulta smentita dalle risultanze investigative che hanno invece evidenziato la sua piena partecipazione nell’attività illecita”.

In particolare, Sarandrea evidenzia come “l’indagato non abbia in alcun modo partecipato alla attività di progettazione degli immobili in questione”, ma ritiene “le esigenze di cautela sensibilmente attenuate”.

Infine, relativamente a Di Carlo e Riccardini, il gip, pur confermando la sussistenza del quadro indiziario, ritiene che le esigenze cautelari siano “sensibilmente attenuate”.

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