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Terremoto L’Aquila, oltre 5000 poveri in più dal 2009

L’Aquila. Oltre 5mila, nel comune di L’Aquila, le persone che dopo il sisma del sisma del 2009 si trovano in condizioni di indigenza o di povertà.

Il dato è stato reso noto stamani dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di L’Aquila, Emanuela Di Giovambattista, in un incontro con la stampa volto per illustrare gli interventi attuati dal Comune in sostegno delle fragilità sociali.

“Si rivolgono al nostro settore – ha detto l’assessore – anche persone che, oltre al disagio economico, presentano disabilità, dipendenze o problemi psicofisici. La perdita del lavoro, con la chiusura di molte attività, ha prodotto uno scivolamento sotto la soglia di povertà e i nuovi poveri sono soprattutto tra i giovani.

Abbiamo quindi avviato una serie di attività per supportare economicamente queste persone e fornire strumenti di inclusione nel mondo del lavoro, oltre al necessario supporto socio educativo per le famiglie. Il costo complessivo degli interventi ammonta a circa 1 milione di euro”.

“Il tutto – ha proseguito l’assessore – pur in assenza di specifici finanziamenti regionali e statali. In particolare abbiamo attivato progetti, insieme con le associazioni presenti sul territorio, attraverso la Rete locale dei servizi di prossimità, che ha visto il coinvolgimento di 18 associazioni.

Tra i nuovi servizi ricordo il contributo economico annuale che, nel 2015, è stato vincolato ad una parziale finalizzazione per l’acquisto di beni di prima necessità e per il pagamento dei canoni di affitto o delle utenze.

Il contributo era rivolto a nuclei con reddito Isee fino a 4mila euro annui e i fondi investiti dall’ente locale ammontano a 349mila euro, per un totale di 471 domande ammesse, a fronte di 536 richieste, relative, per la maggior parte, a persone o nuclei a reddito zero (277 casi).

Per il 2016 verrà presto pubblicato un avviso per un nuovo “bonus una tantum”, con gli stessi criteri dell’anno precedente, compresa la parziale finalizzazione, per uno stanziamento economico di 300mila euro.

Altra tipologia di interventi attivata è quella per le famiglie numerose a basso reddito con minori a carico. Insieme con le associazioni coinvolte nel progetto abbiamo attivato percorsi protetti di sostegno al reddito, attraverso l’inserimento in lavori di utilità sociale, unitamente ad un sostegno di tipo socio educativo.

Queste famiglie ricevevano il 50 per cento del contributo subito ed il restante 50 per cento al termine del percorso di utilità sociale. Sono stati circa 70 i nuclei beneficiari, per un investimento di circa 60mila euro.

Un terzo servizio attivato – ha aggiunto l’assessore – è stato rivolto a persone in cui il disagio economico si associava a dipendenze o fragilità psicofisiche. In questo caso sono state attivati interventi integrativi alla domiciliarità, per un impegno di 77mila 500 euro. Sono stati impiegati 60mila euro, invece, per il supporto a persone con disagio psichico, grazie ad un protocollo di intesa con il Dipartimento di Salute mentale.

Per le famiglie con disagi alloggiativi o a rischio sgombero o perdita dell’alloggio abbiamo messo in campo azioni di pronto intervento sociale (130mila euro il costo del progetto).

Sono stati attivati, inoltre, tre sportelli territoriali, in collaborazione con le associazioni. Due di essi, oltre ad ascolto e assistenza, forniscono generi di prima necessità, un terzo si occupa anche di sostegno per il sovraindebitamento.

In questo caso il costo è di 200mila euro e intendiamo implementarlo. Un asse di intervento, quello per le fragilità sociali – ha concluso l’assessore Di Giovambattista – che verrà riproposto e ampliato nell’ambito della programmazione di settore su base triennale”.