L’Aquila. Si terranno la mattina di mercoledì, a partire dalle 10.30, davanti al gip del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea, gli interrogatori di garanzia dei setti arrestati nell’ambito dell’inchiesta Earthquake, sulla gestione della ricostruzione seguita al terremoto del 2009 a L’Aquila.
Le sette persone finite agli arresti domiciliari, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e induzione indebita a dare o promettere, sono Angelo Melchiorre, 61 anni, in qualità di responsabile tecnico del Comune di Bussi sul Tirino; Antonio D’Angelo, 58 anni, in qualità di responsabile unico del procedimento della gara per la progettazione esecutiva e per l’esecuzione dei lavori di ricostruzione della scuola elementare e materna ‘Clemente’ di Bugnara; Emilio Di Carlo, 54 anni, in qualità di direttore dei lavori e progettista degli aggregati 43 e 45 del Comune di Bussi; Marino Scancella, 65 anni, in qualità di architetto incaricato della progettazione dell’aggregato 30 del Comune di Bussi.
Gli altri tre arrestati sono umbri: l’imprenditore Stefano Roscini, 49 anni; l’ex colonnello dell’esercito Giampiero Piccotti, 80 anni; il tecnico ed ex consigliere comunale del Comune di Gubbio (Perugia) Angelo Riccardini, 55 anni.
Le indagini, condotte dal Corpo Forestale di Pescara e coordinate dal procuratore capo facente funzioni della Procura della Repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini, insieme ai sostituti Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno preso il via dalle dichiarazioni rese da un imprenditore umbro aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione degli aggregati edilizi del Comune di Bussi sul Tirino, per un valore pari ad otto milioni di euro, a seguito di una richiesta, da parte del direttore dei lavori, di una tangente del 12% del valore degli appalti (corrispondente a 960 mila euro), al fine di dividerla con altri tecnici coinvolti.
Nel corso delle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un vero e proprio ‘Piano Abruzzo’, incentrato su un sistema di tangenti relativo alla gestione, unitaria e organizzata, dell’attività edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma a Bussi sul Tirino e Bugnara.
SPUNTA L’OTTAVO INDAGATO NELL’INCHIESTA SULLA SCUOLA DI BUGNARA
Spunta un altro indagato nella vicenda della scuola elementare di Bugnara finita al centro dell’inchiesta del Corpo Forestale e della Procura di Pescara.
Si tratterebbe di una figura che entra nell’indagine con una ipotesi di nuovo reato che si aggiunge agli altri: per i sette tra imprenditori e dirigenti pubblici l’accusa è quella di associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e induzione indebita a dare o promettere. Il totale porta ora a otto gli indagati.
Nel frattempo il Gip titolare dell’inchiesta Gianluca Sarandrea ha disposto la decadenza degli arresti domiciliari per Antonio D’Angelo, il rup responsabile del fascicolo relativo alla ricostruzione della scuola di Bugnara: il dirigente ha presentato un certificato medico nel quale si dimostrerebbe che nel giorno dell’incontro con uno degli accusatori sarebbe stato in un altro luogo, ma gli inquirenti stanno verificando le carte e l’uomo resta comunque indagato perché come rup sarebbe stato in possesso del bando relativo alla scuola prima della sua pubblicazione.