L’Aquila. Prima un faccia a faccia col prof. Robert Marx, figura di statura mondiale della disciplina e il giorno dopo nell’empireo dei 2.000 migliori studiosi di tutta Europa per illustrare le procedure chirurgiche, seguite all’Aquila, che vanno dalla simulazione virtuale fino all’intervento reale in sala operatoria.
I medici del reparto maxillo-facciale dell’ospedale San Salvatore, tra il 12 e il 16 settembre scorsi, hanno partecipato da protagonisti al congresso europeo dell’associazione della chirurgia cranio-maxillo-facciale, svoltosi a Londra.
A interpretare il ruolo di ambasciatore dell’ospedale San Salvatore, nel prestigioso congresso del vecchio continente, è stato il prof. Tommaso Cutilli, direttore del reparto maxillo-facciale del San Salvatore, unico abruzzese (e tra i pochi italiani) ad aver ricevuto l’invito d’autore firmato dal prof. Peter Brennan, presidente della British association of oral and maxillo facciale surgeons.
Ad aprire le porte all’Aquila della massima assemblea europea di esperti del settore è stata la qualità del reparto dell’ospedale del capoluogo abruzzese, da anni sulla breccia nel panorama nazionale (con il 30% di mobilità attiva) e in possesso di avanzati strumenti tecnologici.
Di queste risorse fa parte la metodica Cad che, tramite la ricostruzione virtuale dei tessuti molli e dello scheletro facciale, permette al chirurgo di eseguire in sala operatoria operazioni di estrema precisione sulle ossa temporo-mandibolari.
Una pratica tecnologica che all’Aquila viene attuata ormai da anni e che finora è stata adottata in circa 200 interventi di traumatologia, comprese difficili ricostruzioni orbitarie e deformità o anomalie dello scheletro facciale.
E’ stato proprio questo sistema, nella ribalta londinese, ad essere stato illustrato dal prof. Cutilli, accompagnato dal suo collaboratore, dr. Secondo Scarsella. Prima del congresso Cutilli ha avuto un incontro ‘eccellente’ con l’americano Robert Marx, colui che per la prima volta al mondo ha descritto la osteonecrosi (morte) delle ossa mascellari causate da farmaci, patologie nelle quali il reparto aquilano è centro di riferimento regionale.
L’ultima acquisizione di macchinari al top del maxillo-facciale ha riguardato uno strumento a ultrasuoni utilizzato per l’esplorazione dinamica non invasiva dell’articolazione temporo-mandibolare e per effettuare osteotomie non invasive (riposizionamento dei segmenti ossei) nelle più importanti patologie: tumori maligni, traumi, malformazioni e deformazioni facciali.
Un avanzato apparato di apparecchiature che è uno dei punti di forza alla base del crescente volume di attività, scandito da oltre 380 prestazioni chirurgiche e 1.300 prestazioni ambulatoriali, relative al primo semestre 2016 (in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e da un tasso di occupazione di posti letto di oltre il 110%.