Poco dopo le 18 una donna 50enne, dopo aver parcheggiato la propria autovettura Lancia Musa in Viale De Gasperi, si era diretta verso lo sportello bancomat della Carispaq, agenzia del Torrione, per prelevare 200,00 euro; dopo le operazioni di prelievo la donna, rientrata in auto è stata raggiunta da un individuo che, introdottosi in macchina dallo sportello posteriore lato guida, l’ha afferrata per i capelli sottraendole il portafoglio che si trovava appoggiato sul sedile anteriore lato passeggero.
La vittima però era riuscita a sottrarsi alla presa del rapinatore scendendo dall’auto ma fu raggiunta raggiunta da altro individuo che, dopo averla afferrata, l’ha scaraventava a terra, per poi colpirla con dei calci e poi fuggita. La donna, rialzatasi, col proprio cellulare ha chiesto soccorso al proprio marito che, a sua volta, tramite servizio 113, richiedeva l’intervento di personale di polizia, che giungeva immediatamente sul posto, Squadra Mobile e Volanti, anche per la vicinanza con la sede della Questura, acquisendo le prime informazioni dalla vittima, poi formalizzate in Questura. La donna aveva riportato delle contusioni multiple ed ansia reattiva, giudicate guaribili in 10 giorni.
La ricostruzione dei fatti è stata operata con l’utilizzo di diversi parametri oggettivi, malgrado una certa difficoltà da parte della vittima stessa e dei testimoni di fornire elementi utili all’individuazione visiva degli autori (ma non di alcuni particolari dell’abbigliamento, poi rivelatisi essenziali) questo a causa della rapidità di esecuzione sia del reato che nel dileguarsi dei due giovani albanesi.
Personale della Squadra Mobile, per modalità di esecuzione e per specifica conoscenza del territorio e della fenomenologia, ha indirizzato le investigazioni su soggetti di nazionalità straniera, riuscendo ad acquisire, preliminarmente, informazioni confidenziali di significativo interesse, che unite all’attività di acquisizione dei files video estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza installate nell’istituto bancario della Carispaq e della limitrofa gioielleria L’Etoile (sita in Via Urbani, strada che interseca Viale De Gasperi), hanno consentito di ricostruire l’evento delittuoso sin dalla sua preparazione.
Ulteriore attività, effettuata sul facebook ha permesso di rilevare la presenza di un account registrato col cognome di uno dei due albanesi e di acquisire le loro foto, accertando, inoltre, che i due i soggetti ripresi, erano stati ospitati sino al giorno 1 marzo 2013 nell’abitazione aquilana di un connazionale, rivelatosi estraneo ai fatti. A corroborare le indagini sull’identificazione dei due rapinatori anche il riconoscimento dei giubbotti da loro indossati fatto da alcuni testimoni e dalla vittima stessa.
Ulteriori conferme sono trovate nelle verifiche effettuate in banca dati e grazie all’ausilio dell’Interpol (Divisione Si.Re.Ne del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia) e dell’Ufficio di Collegamento Italiano Interforze in Albania, che hanno permesso di identificare compiutamente i due albanesi, entrati nel nostro paese con regolare passaporto e documenti di espatrio rilasciati dalle autorità del loro paese.
I due stranieri sono stati ripresi dal circuito di videosorveglianza mentre transitano a piedi proprio davanti alla Carispaq circa trenta minuti prima della rapina; ulteriore passaggio nelle vicinanze del luogo teatro dell’evento è stato fissato dalla ripresa della telecamera installata presso la Gioielleria L’Etoile.
Su richiesta della Procura dell’Aquila, ad esito delle indagini, sono state emesse dal locale G.I.P. 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dei due stranieri, per rapina aggravata e lesioni personali: visto che da accertamenti della Squadra Mobile i due si erano rifugiati in Albania, già due giorni dopo la rapina, è stata inoltrata richiesta di estradizione, sempre da parte della Procura aquilana, al Procuratore Generale della Corte di Appello del capoluogo abruzzese, che a sua volta l’aveva avanzata al Ministro della giustizia.
Si rappresenta che il Tribunale dell’Aquila, il 21 ottobre 2013, ha condannato i due albanesi a 10 anni di reclusione per rapina aggravata e lesioni personali.
Successivamente sono state diffuse le ricerche dei due giovani, in campo internazionale, ed avviate le indagini dagli agenti della Squadra Mobile aquilana in collaborazione con la polizia albanese per il tramite dell’ufficiale di collegamento italiano a Tirana, che permettevano di scoprire che: N. C., era deceduto il 2 ottobre del 2013 in ospedale a seguito di gravi lesioni alla testa causate da colpi di arma da sparo, subite la sera prima a Valona in un appartamento; X. A., si trovava in Albania, probabilmente a Tirana e che raramente si recava a Valona dove ha la residenza, la cui casa è stata perquisita nel marzo del 2015, ma senza trovarvi l’uomo; il soggetto è attualmente ricercato nel suo paese ed in campo internazionale.