Sulmona. Sono stati associati presso la Casa Circondariale di Pescara due esponenti della comunità rom di Sulmona, di 65 e 46 anni,
in esecuzione dell’Ordine per la Carcerazione emesso dalla locale Procura della Repubblica in forza della Sentenza emessa in data 25/09/2012 dal Tribunale Ordinario di Sulmona, confermata dalla Corte d’Appello di L’Aquila e resa definitiva dalla Corte Suprema di Cassazione che ha rigettato il ricorso.
Entrambi sono stati condannati in via definitiva a 4 anni di reclusione per il reato di usura a seguito di una lunga e complessa indagine svolta nel 2008 dal personale del Commissariato di P.S. di Sulmona.
All’epoca dei fatti, un commerciante sulmonese, in precarie condizioni economiche, fu costretto a rivolgersi ai componenti della famiglia rom per ottenere dei prestiti di natura usuraria per non chiudere la propria attività.
I debiti accumulati, ammontanti a diverse decine di migliaia di euro, ne peggiorarono ulteriormente la condizione economica, tanto da non poter soddisfare le primarie esigenze di sostentamento personale ed aziendale.
Da qui la denuncia presso il Commissariato di P.S. di Sulmona e le articolate indagini seguenti che portarono a dimostrare l’esistenza di un collaudato sodalizio criminale e a raccogliere gli elementi probatori che hanno portato alla condanna in via definitiva dei due.
I due vennero denunciati in stato di libertà, insieme ad altri due uomini, per i quali il G.I.P. presso il Tribunale di Sulmona emise, su richiesta del Pubblico Ministero, la misura cautelare degli arresti domiciliari, e ad una donna, tutti appartenenti alla medesima etnia.
Gli altri coimputati sono ancora in attesa di giudizio, mentre la donna è stata successivamente assolta.