A lanciare l’allarme è il segretario regionale della Cisl, Gianfranco Giorgi, che parla di “un provvedimento pesantissimo per l’ospedale dell’Aquila, già gravato da enormi problemi e ancora in fase di ricostruzione. La legge Brunetta impone il blocco delle assunzioni e la riduzione della spesa per il personale con contratti a termine e, se applicata alla lettera, comporterebbe un taglio di 150 posti di lavoro sui 300 contratti precari stipulati dalla Asl e in attesa di rinnovo. Tagli che vanno ad aggiungersi a quelli dettati dal piano di rientro economico, che pesa come una scure sul personale e sulla garanzia di servizi adeguati all’utenza. L’ospedale San Salvatore, in queste condizioni, rischia il collasso”.
La Cisl pone, inoltre, l’interrogativo della diminuzione dei servizi e della qualità delle prestazioni: “In una città terremotata, dove ancora molto c’è da fare per ricostruire e ripristinare quanto andato perso, non è accettabile l’applicazione di norme rigide, anche nel comparto sanitario,che prevedono la riduzione di personale”, incalza Giorgi. “Dei 300 lavoratori precari della Asl, 150 dovranno andare a casa. Oltre alla perdita di occupazione denunciamo la perdita di importanti servizi, che non potranno più essere garantiti”.
La Cisl si appella, dunque, alla Regione Abruzzo ed al commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi. “Chiediamo una deroga che consenta di garantire i livelli occupazionali necessari al buon funzionamento dell’ospedale aquilano. Il commissario Chiodi deve intervenire con atti concreti sul nostro territorio, che vive la difficile fase del post terremoto, fornendo garanzie sulla stabilizzazione dei contratti a termine, sulla riapertura delle graduatorie e sull’espletamento di nuovi concorsi per la copertura delle figure professionali necessarie”.