L’Aquila. “Tutti devono impegnarsi per ricostruire la città e i territori colpiti dal sisma. E’ questa la cosa che più ci sta a cuore”. Con queste parole il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, ha aperto questa mattina i lavori del tavolo di coordinamento istituito dalla Struttura gestione emergenza, nella sede di Coppito.
Un tavolo riunito appositamente per cercare di risolvere, con la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti (Comuni, Provincia, Curia, Prefettura, Beni culturali, Struttura tecnica di missione, Provveditorato opere pubbliche, Commissario per l’edilizia residenziale e Struttura gestione emergenza), le tante problematiche legate alla ricostruzione de L’Aquila.
Tre i punti all’ordine del giorno: i tempi di esecuzione degli interventi già finanziati sulle opere pubbliche, la situazione degli edifici classificati ‘F’ (temporaneamente inagibili), l’edilizia privata, gravemente danneggiata, con esito ‘E’, in merito alla redazione dei piani di ricostruzione e la rimozione delle macerie.
“Più volte ho confidato a Chiodi che tante polemiche, anche quelle delle carriole, non sono nate dalla lontananza del Governo, ma dall’incapacità dei vari soggetti coinvolti di coordinarsi, parlarsi, mettere insieme gli sforzi comuni” ha detto Letta. “Tante incomprensioni e inefficienze sono nate dal fatto che non basta la volontà dei singoli enti per ricostruire, ma bisogna unirsi in uno sforzo comune e collettivo, in maniera armoniosa, come si sta facendo a questo tavolo. Con la mia presenza voglio dare un segnale forte della vicinanza del Governo, che già dal 2009 ha stanziato i fondi necessari, e voglio dare il mio personale contributo alla soluzione delle criticità e all’accelerazione dei tempi di ricostruzione”.
Il Comissario/Presidente Gianni Chiodi, dal canto suo, ha lanciato un chiaro messaggio nel corso del suo intervento: “Il Governo ha già stanziato i fondi, ora vogliamo cominciare a vedere gli edifici ricostruiti. E’ necessario avere a disposizione in tempi brevi i piani di ricostruzione dei centri urbani da parte dei sindaci dei Comuni, data la disponibilità economica per finanziarli”.
L’appello, dunque, è rivolto in primis ai Comuni ed alle Province: “Bisogna presentare al più presto i crono programmi degli interventi da realizzare e attuare tutte le misure necessarie per ridurre i tempi di ricostruzione”.
In conclusione, Letta ha garantito che tornerà a L’Aquila nelle prossime settimane per vedere i piani di ricostruzione. “Mi allontano confortato” ha detto “E’ questo l’obiettivo che mi aspettavo. Stiamo lavorando bene, andiamo avanti”.
”Il tavolo di coordinamento degli Enti per la ricostruzione è stato un proficuo momento di confronto tra i soggetti a vario titolo coinvolti nel processo. Una prospettiva che apre alla possibilità di risultati concreti”, ha commentato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. “Chiodi e la Struttura di Missione hanno ribadito le considerazioni già espresse sui Piani di ricostruzione, mentre il Comune ha avuto modo di spiegare che l’amministrazione si muove nell’ambito delle competenze attribuite dalla legge sugli enti locali e nel rispetto delle norme contenute nel Piano regolatore generale, nonché sulla base delle indicazioni fornite dal legislatore in sede di conversione in legge del cosiddetto decreto Abruzzo che individua come obiettivo generale la definizione delle linee di indirizzo strategico per assicurare la ripresa socio economica, la riqualificazione dell’abitato e la facilitazione al rientro delle popolazioni nelle loro abitazioni”.
”Il Comune dell’Aquila” ha aggiunto “ha intrapreso un percorso di ricostruzione nel rispetto del proprio strumento di pianificazione, vale a dire il Prg, di assoluta trasparenza e regolarità, non sostituito, come si evince dalla succitata legge di riferimento e dalle numerose ordinanze ad essa seguite, da qualsivoglia Piano di ricostruzione. Il Piano di ricostruzione, quindi, a parere del Comune, deve essere interpretato come strumento strategico di programmazione che deve risolvere le esigenze specifiche e generali per ogni area perimetrata di stretto riferimento, ma non deve essere considerato, in via esclusiva, uno strumento urbanistico ad attuazione esecutiva, dal momento che in tal caso diverrebbe una norma generale destinata ad appesantire l’intero processo di ricostruzione e mal si coniugherebbe con l’esigenza, riconosciuta dallo stesso legislatore, di favorire la ripresa economica e di facilitare il rientro della popolazione nelle proprie abitazioni in tempi accettabili”.
Cialente ha voluto precisare che ”il senso della risposta della Commissione tecnico scientifica al documento proposto dal Commissario non può essere usato strumentalmente, essendo quello di richiamarsi all’ordinamento degli enti locali e non di sostenere la tesi per la quale il piano di ricostruzione è uno strumento obbligatorio e quindi da applicare per legge in forma estensiva”.
Nel corso dell’incontro, Cialente ha inoltre esposto la necessità che “le parti di territorio perimetrate, chiamate implicitamente centri storici, possano godere di tutte le provvidenze economiche, senza distinzione alcuna, ivi comprese quelle relative alle seconde case, per garantire una ricostruzione armonica dell’abitato, obiettivo peraltro richiamato sia nella legge primaria sul terremoto sia nelle ordinanze attuative”.