“I luoghi in cui si sono interrotte tante vite devono essere restituiti alla collettività come spazi dove unire il rispetto verso chi non c’è più e la volontà di trasmettere una memoria efficace di ciò che è stato, per evitare altre morti dovute anche all’irresponsabilità dell’uomo. Non luoghi di pellegrinaggio, quindi, né tantomeno di profitto, ma luoghi che siano monito per il futuro e da cui ripartire, con la consapevolezza che decisioni e scelte effettuate in modo difforme dalla cultura della legalità generano solo lutti e disperazione”.
Secondo Bernardi, “solo il coraggio di scelte etiche, mirate all’interesse esclusivo della comunità, può essere lo strumento per coltivare pratiche politiche all’insegna del rispetto delle leggi e dell’uomo in generale. Scelte che possono costituire un modello da esportare ovunque, soprattutto in una nazione come la nostra, tangibilmente mal ridotta. Se poi l’idea del parcheggio, così come presentata, fosse anche solo un sasso buttato nello stagno, vale la pena ricordare a tutti che siamo ancora oggi di fronte una delle più grandi tragedie del nostro tempo, che affonda le radici in concause che forse dovremmo aver capito. Tragedia che, con un altro scenario, e soprattutto in altro orario, avrebbe potuto generale migliaia e migliaia di vittime, soprattutto negli edifici pubblici”.