Inaugurazione Anno Giudiziario: occhi puntati sulla ricostruzione a L’Aquila

tribunaleSono 218 le inchieste aperte dalla procura della Repubblica dell’Aquila, per i reati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose, in relazione ai crolli del terremoto del 6 aprile del 2009, che provocarono la morte di 308 persone. È quanto emerge dalla relazione sull’amministrazione della giustizia in Abruzzo del Presidente della Corte d’Appello Giovanni Canzio in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario che si è aperto con un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime del sisma.

“La Procura aquilana” ha detto Canzio “ha affrontato e sta conducendo, con il deposito delle ultime consulenze, i diversi filoni di indagine sulle responsabilità individuali. In relazione ai casi di maggiore gravità (Casa dello studente, Facoltà di ingegneria, Ospedale, edifici condominiali) si sta conducendo la procedura degli avvisi di conclusione delle indagini o è stato richiesto i rinvio a giudizio degli imputati e sono in corso le udienze preliminari. Lo stesso può dirsi per l’accertamento delle eventuali responsabilità a carico dei componenti della Commissione Grandi Rischi”.
Secondo il Presidente della Corte d’Appello “si tratta di procedimenti che, oltre ad avere rilevanza nazionale per il carattere epocale del sisma che ha colpito la città dell’Aquila, rivestono particolare interesse per la scienza penalistica, investendo la responsabilità di costruttori, amministratori e tecnici con riguardo ai profili fondamentali del rapporto di causalità e di colpa. Appare, pertanto, doveroso richiamare l’assoluta necessità, per i dirigenti e i giudici del Tribunale dell’Aquila, di predisporre tempestivamente la razionale organizzazione di siffatti processi, per prevenire il rischio di indebiti rinvii, lentezze procedurali, soluzioni di continuità per eventuali incompatibilità o contraddittorietà delle soluzioni, in vista dell’obiettivo di un pronto e imparziale accertamento dei fatti e nel rispetto di adeguate previsioni tabellari”.

Per quanto riguarda, invece, la ricostruzione aquilana, i numeri dei procedimenti per i reati contro la pubblica amministrazione aperti dalla Procura della repubblica dell’Aquila sono 802: 456 aperti nel 2010 e 446 nel 2009. “Sono state avviate, inoltre, indagini in collaborazione con la Prefettura dell’Aquila e in collegamento con la Dna, in vari procedimenti aperti per possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nei cantieri per la ricostruzione o per lo smaltimento di macerie” si legge ancora nella relazione”. “E, sempre a cura della Dda, sono in corso indagini preliminari in riferimento al fenomeno della ricostruzione, per i doverosi accertamenti in merito ad eventuali irregolarità o criticità di rilievo penale nella gestione della cosa pubblica e al pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto cittadino e regionale, in vista degli ingenti finanziamenti pubblici in questa fase. Il modello di azione per prevenire le ingerenze della criminalitaà organizzata negli appalti per ricostruzione post-sismica per una somma di investimenti non inferiore ai 15 miliardi di euro e per un tempo misurabile in termini di non pochi anni, pur lasciando sostanzialmente invariati gli ordinari poteri e competenze antimafia, vede nella figura del Prefetto dell’Aquila il nuovo ed originale baricentro dell’azione di contrasto, risultandone rafforzata la funzione di coordinamento e d’indirizzo rispetto alla rete dei diversi soggetti istituzionali coinvolti. Il Prefetto si avvale di appositi organismi di supporto e avvia le sue iniziative sulla scorta delle Linee Guida diramate dal Comitato di coordinamento per l’Alta sorveglianza sulle Grandi Opere”.
Secondo il Presidente della Corte d’Appello dell’Abruzzo “il Modello L’Aquila costituisce un laboratorio di sperimentazione per strumenti destinati a diventare patrimonio del sistema di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni e dei condizionamenti della criminalità organizzata”.

 

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