Avezzano. 6.500 sacche di sangue l’anno, e 400 trattamenti di medicina rigenerativa di tessuti ossei per il centro trasfusionale dell’ospedale di Avezzano che, da alcuni giorni, è tornato nei locali ristrutturati e messi in sicurezza dopo un anno di temporaneo trasloco in un’altra ala dell’ospedale.
Questa mattina il Manager della Asl, Rinaldo Tordera – affiancato dal direttore del servizio immunoematologia e medicina trasfusionale della Asl provinciale, Luigi Dell’Orso – ha accompagnato il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, in una visita negli ambienti rimessi a nuovo. I lavori, con cui sono stati rivisti anche gli spazi interni per migliorare l’attività del servizio, prevedono percorsi ancora più definiti, in linea con la normativa, per i donatori.
Quest’ultimi, grazie al nuovo assetto dei locali, dal momento dell’ingresso fino alla donazione seguiranno un ordine preciso nelle operazioni di donazione: dalla compilazione dei moduli, alla visita sulle condizioni di salute, fino al prelievo di sangue e alla successiva pausa in sala-ristoro dove il volontario consuma la colazione e recupera energie.
L’adeguamento dei locali, pertanto, permetterà di donare il sangue nelle migliori condizioni logistiche, con vantaggi notevoli anche per gli operatori sanitari. Gli spazi interni si estendono su una superficie complessiva di 480 metri quadrati e, per l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza, sono stati spesi circa 400.000 euro. Gli interventi sono durati 6 mesi, da dicembre dello scorso anno a giugno.
Dopo i collaudi di legge, gli operatori del servizio già a primi di luglio sono tornati nella sede originaria, rimessa a norma: ricambio d’aria, ripavimentazione e tinteggiatura, impianti elettrici e, come detto, aree interne modificate, nell’ottica di una migliore fruibilità anche per donatori che ad Avezzano mettono disposizione il proprio sangue (oltre 5.500 donazioni l’anno).
Con il ritorno nei locali originari ha smesso di funzionare anche l’emoteca mobile, collocata all’esterno dell’ospedale, con cui per un anno, per l’impossibilità di utilizzare i locali in fase di ristrutturazione, si è provveduto a raccogliere il sangue.
Ora, con la rioccupazione della vecchia ‘casa’, i donatori potranno dare il proprio plasma in locali con più alta qualità alberghiera. Ad Avezzano si pratica anche la medicina rigenerativa con cui, tramite sangue lavorato (emoderivati), si riesce a ricostituire la struttura di tessuti ossei, lesioni osteo-articolari, tendini e cartilagini (quando possibile, anche come terapia alternativa al bisturi), per esempio per cartilagini e tendiniti (400 trattamenti annui).
“La riapertura dei locali”, ha detto il sindaco di Avezzano, Di Pangrazio, “è un fatto molto importante e avviene nei tempi fissati dal crono programma e quindi siamo molto soddisfatti del lavoro svolto dalla direzione della Asl. Come ulteriore sforzo ho chiesto al Manager Tordera di riportare ad Avezzano la lavorazione del sangue”.
Il direttore generale della Asl, parte sua, ha rimarcato un aspetto. “La ristrutturazione logistica del servizio”, ha dichiarato Tordera, “permetterà di migliorare nettamente la qualità dell’attività e, a contempo, di rafforzare la collaborazione con le associazioni dei donatori di sangue, il cui apporto è estremamente prezioso. Un plauso a tutti gli operatori del servizio e all’ufficio tecnico che si sono prodigati al meglio”.
Lo staff del centro emotrasfusioni dell’ospedale di Avezzano, di cui è responsabile Giuseppe Natale, che ha ringraziato i volontari del servizio civile dell’Avis per il prezioso servizio di accoglienza a beneficio dei donatori, è composto da 3 medici, 5 infermieri, 5 tecnici di laboratorio, un capo tecnico, 1 amministrativo e 2 ausiliari. Stamane erano presenti il direttore del laboratorio analisi, Umberto Occhiuzzi, il presidente provinciale dell’Avis, Antonio Giovanni Iulianella e il responsabile della locale sezione Vas, Giulio Panecaldo.