L’iniziativa è stata promossa dai genitori di Domenico Di Berardo.
I fatti parlano di una sentenza di primo grado che ha condannato l’allora primario, la casa di cura e due compagnie di assicurazione a risarcire i coniugi di Celano per i danni provocati “per imprudenza, imperizia e negligenza in occasione dell’assistenza medica prestata alla partoriente durante la gravidanza e al momento del parto”, come riporta la sentenza di primo grado del tribunale di Avezzano.
Secondo il giudice, “la causa dei danni neurologici riportati dal neonato è da rinvenire nella condotta colposa dei sanitari che hanno avuto in cura la mamma, in quanto, essendovi una sofferenza fetale, i medici sarebbero dovuti intervenire immediatamente con il taglio cesareo”.
Dopo la condanna al risarcimento avvenuta nel 2008, le controparti hanno presentato un ricorso in appello per ottenere la sospensione della esecutività della sentenza, ma la Corte d’Appello il 24 febbraio scorso ha rigettato l’istanza. Cosa è successo, dunque? A novembre, la Corte ha disposto l’interruzione del processo a causa del fallimento della Casa di cura Santa Maria, che appartiene al gruppo Angelini. Anche le due assicurazioni sono state condannate a pagare, ma solo una in realtà lo ha fatto. E, intanto, Domenico continua ad attendere che giustizia sia finalmente fatta.