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Voleva rivedere i suoi genitori: giovane kosovaro muore a Sulmona

Sulmona. Una storia di disperazione, di malattia, che lascia l’amaro in bocca. Fatmir Berisha, 23enne kosovaro di Prizren, era arrivato in Abruzzo, a Pescasseroli, il 12 agosto scorso. Come tanti altri giovani che compiono il suo stesso percorso, il suo unico desiderio era quello di trovare un lavoro.

Il destino, però, aveva deciso di mettersi ancora una volta contro di lui, contro quella speranza di una vita migliore: dopo dieci giorni ha cominciato ad accusare dei malori, sempre più acuti, tanto da dover essere ricoverato prima all’ospedale di Castel di Sangro e poi in quello di Sulmona. Dove questa mattina è morto.

Fatmir, a seguito della sua malattia, aveva espresso un solo desiderio: riabbracciare i suoi genitori che si trovano in Kosovo. Il trasporto in aereo, tuttavia, seppur perfettamente attrezzato degli apparati per tenerlo stabilizzato e in vita, sarebbe costato troppo. Anche i suoi genitori, contattati in Kosovo, avevano espresso il desiderio di rivederlo in vita. Per questo si erano rivolti al consolato italiano, ma i tempi per ottenere il visto sarebbero stati troppo lunghi. Decisero allora di fare un appello alle autorità italiane e kosovare per riavere loro figlio a Prizren, in casa, al fine di reperire le risorse economiche occorrenti al trasporto. Il Governo Italiano, per il tramite dell’Esercito, era pronto al trasporto di Fatmir con un aereo militare, ma il bollettino medico aveva precluso ogni possibilità di trasporto del paziente, vista la gravità del quadro clinico.

La speranza di riabbracciarlo un’ultima volta in vita è volata via. Questione di visto, questione di burocrazia.