L’award è stato attribuito, si legge nella motivazione, “per l’innovazione dimostrata nel campo delle biotecnologie e per la ricerca all’avanguardia nel settore delle malattie rare. Per l’approccio “open innovation” che ha coinvolto una rete di oltre 200 centri di ricerca internazionali”.
“Ricevere questo riconoscimento è per noi motivo di grande orgoglio, a conferma della bontà di un approccio teso all’innovazione che fa parte, storicamente, del DNA Dompé e che oggi si concretizza all’interno di una scelta strategica: quella di concentrare il nostro impegno nella ricerca biotech in aree ad alto medical need, e al contempo di focalizzarci sull’innovazione incrementale dei nostri prodotti Primary Care – afferma Eugenio Aringhieri, CEO Dompé.
“Abbiamo scelto il nostro “campo di gioco” in un ambito estremamente sfidante sia dal punto di vista produttivo sia nel settore della Ricerca e Sviluppo, in cui proprio il concetto della “open innovation” e della rete globale possono portare risultati per i bisogni di salute di migliaia di Pazienti nel mondo. Ne è un esempio la molecola rhNGF: nata da un’intuizione italiana, quella del premio Nobel Rita Levi Montalcini, è stata studiata nei nostri laboratori dell’Aquila e adesso è allo studio in trial globali”.
Le Fonti Awards, giunti quest’anno alla sesta edizione, sono un appuntamento che riunisce le eccellenze d’impresa a livello nazionale e internazionale. L’edizione italiana ha visto per questa edizione la partecipazione di oltre 100 realtà in diversi settori, valutate secondo criteri quali i risultati di business, la leadership di settore, lo sviluppo strategico, l’internazionalizzazione e il livello di innovazione.
Il polo industriale dell’Aquila ospita un impianto biotecnologico d’eccellenza nel mondo e sviluppa farmaci per la Primary Care destinati ai mercati di circa 40 paesi nel mondo.