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L’Aquila, torna a vivere la Fontana delle 99 cannelle

L’Aquila. Pensi a L’Aquila e non puoi non pensare alla meraviglia della fontana delle 99 cannelle. Destinata all’inizio a lavatoio, la Fontana, attribuibile all’architetto Tancredi da Pentima, si è ampliata nel tempo. Già restaurata dopo il catastrofico terremoto del 1703, l’opera nel 1994 ha subito un vasto intervento di adeguamento della parte idraulica, ma anche di recupero della componente artistico-architettonica.

La leggenda vuole che, essendo stata L’Aquila fondata dalle popolazioni dei castelli del contado (99 si narra, ma in realtà una settantina circa), si volle erigere la Fontana in memoria di tutti i 99 padri fondatori. E 99 furono le piazze e le chiese. E 99 divenne il numero magico del capoluogo. In realtà i mascheroni realizzati inizialmente furono 93; altre sei fontanelle (senza volto annesso) furono aperte negli anni successivi. Lo scorso anno, un secondo devastante terremoto ha distrutto il simbolo per eccellenza della città. Ci sono voluti otto mesi di lavoro ma ieri, finalmente, dai mascheroni della Fontana delle 99 Cannelle, all’Aquila, è tornata a zampillare l’acqua. L’intervento di restauro è stato realizzato dal Fai, Fondo ambiente italiano, che, attraverso il coinvolgimento di associazioni, sponsor pubblici e privati, ed in deroga al proprio statuto adottando un bene non suo, a voluto così contribuire alla rinascita dell’Aquila. La riconsegna ufficiale è avvenuta all’interno di un altro monumento simbolo della città, la chiesa di Santa Maria di Collemaggio, con le sue ferite ancora aperte, nonostante la natalizia atmosfera del presepe.
Presenti alla cerimonia, i vertici Fai, il Commissario delegato per la Ricostruzione e presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, le autorità civili e religiose. In prima fila anche Jarno Trulli, il pilota automobilistico pescarese che, con la sua associazione ”Abruzzo nel cuore”, ha raccolto circa 700 mila euro, gran parte dei quali destinati proprio al restauro della storica Fontana di borgo Rivera.
”E’ un piccolo grande passo alla ricerca dell’identità perduta della città ed il Fai, assieme a tutti coloro che hanno creduto in questa iniziativa, è felice e commosso di poter restituire questo luogo ai suoi abitanti” ha detto la presidente Fai, Ilaria Borletti Buitoni “E non solo per la naturale soddisfazione di veder realizzato in tempi brevi un progetto complesso, ma anche per il risultato emotivo legato a questo evento: i cittadini sono di nuovo ‘padroni’ della Fontana, punto di riferimento collettivo, per urlare la voglia della gente di tornare alla normalità”.
Visibilmente commosso anche il governatore Gianni Chiodi, che si è detto “contento perchè ogni giorno all’Aquila c’è almeno un motivo per esserlo. Apparentemente ci sarebbero solo occasioni di scontento, ma così non è. Oggi siamo qui per rallegrarci del recupero di uno dei monumenti-simbolo della città, poi vediamo che qualche persona rientra nella propria casa, che la popolazione resta fedele alle sue radici e questo non può che farci felici. Ci sono cose che hanno un valore che va oltre l’aspetto prettamente materiale. Il restauro della Fontana delle 99 Cannelle non può essere visto solo come un intervento di recupero, che peraltro già significa un passo avanti nel difficile cammino della Ricostruzione, ma ha un alto significato simbolico, di riconoscibilità e di identità collettiva”. Chiodi ha poi espresso apprezzamento per l’attaccamento della popolazione aquilana alla propria città. ”Ci aspettavamo un esodo del 20-25%, dopo la tragedia, ma il calo demografico è invece rimasto circoscritto a qualche centinaio di persone”.
Il restauro della Fontana è costato 750 mila euro. Due le fasi che hanno contraddistinto il recupero di una delle opere più amate della città. Una prima tranche dei lavori ha riguardato la messa in sicurezza ed il consolidamento strutturale del monumento, la ricucitura delle parti danneggiate, il risanamento delle perdite d’acqua, il consolidamento del muro e della porta d’ingresso alla città, l’impermeabilizzazione ed il trattamento del pavimento. I successivi interventi hanno portato al restauro degli elementi decorativi danneggiati, alla pulitura dei licheni e delle macchie presenti sul rivestimento lapideo e sulle vasche. La Fontana, ad uno sguardo distratto, non appariva particolarmente danneggiata dal terremoto del 2009. Ma un esame più attento ed approfondito ne aveva invece rivelato uno stato di pericolosa instabilità. Da qui la decisione del Fai, di concerto col sindacoMassimo Cialente, di sponsorizzare il suo recupero. Il monumento simbolo dell’Aquila, situato nella zona sud ovest della città, nell’altrettanto famoso borgo Rivera, fu costruito nel XIII secolo su una base originaria trapezoidale, arricchita successivamente da alte pareti di pietra bianca e rosata. Dai mascheroni, ognuno ne conta un numero diverso, esce acqua che si riversa in una grande vasca sottostante.