L’Aquila. Dopo una lunga attività investigativa, personale della Squadra Mobile ha denunciato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione una donna aquilana, proprietaria di un appartamento ubicato a L’Aquila nella zona di Piazza D’Armi.
Ed è propri in quest’abitazione che avveniva la prostituzione di numerose persone di nazionalità straniera, sia donne che transessuali, di nazionalità brasiliana, colombiana e venezuelana, che si avvicendavano all’interno dell’appartamento, concesso loro in locazione.
Dalle indagini è emerso infatti che l’abitazione, ora sottoposta a sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria, veniva ceduta sistematicamente in locazione per brevi periodi, in maniera irregolare, a giovani donne e trans di nazionalit àstraniera che li utilizzavano per svolgere l’attività di meretricio, pubblicizzata su siti internet specializzati.
Gli accertamenti sono iniziati nel 2015, nel corso dei quali sono stati effettuati numerosi appostamenti, raccolte testimonianze di clienti, cittadini e prostitute, acquisizione di immagini e annunci su siti internet del settore.
Dalle ricostruzioni investigative si è potuto accertare che l’attività criminosa è stata svolta a L’Aquila dal 2014 ad oggi e che in questo lasso di tempo, ma anche negli anni precedenti, circa 8, la proprietaria, ha ceduto in locazione sistematicamente, anche in maniera irregolare, per brevi periodi (a giornate o settimanalmente), il suo appartamento pretendo dagli affittuari, a titolo di canone, somme in contanti variabili da 250 euro a settimana a 720 mensili (tutto compreso: luce – acqua – gas), senza sottoscrizione di alcun contratto di specie o, talora, con contratto locativo riportante un canone notevolmente inferiore rispetto a quello effettivamente percepito.
Le prestazioni sessuali andavano da 50 euro in su.
L’attività di prostituzione è continuata sino a ieri quando è stata interrotta in flagranza dall’arrivo della polizia, che all’interno dell’appartamento ha trovato 2 transessuali di nazionalità brasiliana, risultati peraltro irregolari sul territorio nazionale, i quali sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica e messi a disposizione dell’Ufficio Immigrazione per l’avvio delle eventuali pratiche di espulsione.
Negli atti dell’indagine si leggono anche le storie di vita di ragazze e trans colombiani, venezuelani, brasiliani, provenienti tutti dalla Spagna, che attraverso il passaparola di alcuni connazionali arrivavano a L’Aquila, spinti dalle difficoltà economiche e dalla prospettiva di guadagnare danaro prostituendosi in Italia, per brevi periodi, in modo da guadagnare una somma per rientrare nella penisola iberica; finiti i soldi, pero’, tornavano dall’indagata per riaffittare la stanza e riprendere l’attività di meretricio.